Firenze, saldi al via: migliaia in coda agli outlet. Ma occhio al capo-civetta. Ecco le regole antitruffa
FIRENZE – Saranno soprattutto scarpe, capispalla e abiti per bambini, secondo le associazioni dei commercianti, ad essere acquistati oggi, primo giorno dei saldi in Toscana e in varie regioni d’Italia. Una boccata d’ossigeno – nelle speranze degli esercenti – per il settore abbigliamento in sofferenza per la crisi dei consumi ma anche per le alte temperature, che fino a pochi giorni fa hanno lasciato sugli sctirare il comoratore affali cappotti e maglioni. Per gli acquisti si confida anche sul ponte dell’Epifania. Al centro commerciale «I Gigli» di Firenze circa 2 mila persone hanno atteso stamani l’apertura. A migliaia anche all’outlet di Barberino di Mugello. Ma in centro, anche attraverso una verifica diretta di FirenzePost, non manca qualche accorgimento commerciale. Poche le taglie fra le quali scegliere e allora i commessi pongono due alternative: o l’aggiustatina attraverso la sartoria interna, naturalmente a spese del cliente, oppure il ricorso ad altri capi non a sconto, ma definiti di nuova collezione. Morale? Abbiamo il saldo-civetta: fatto per attirare il consumatore con il miraggio dello sconto, ma al quale viene poi concretamente proposto un capo a prezzo pieno.
Per questo conviene consultare il decalogo delle associazioni dei consumatori con le regole più importanti da osservare:
1) – Conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non a un buono). Si hanno due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
2) – Le vendite devono essere davvero di fine stagione:la merce posta in vendita sotto la voce «Saldo» deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Stare alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
3) – Segnare il prezzo di ciò che interessa: se nei giorni precedenti all’avvio dei saldi avete memorizzato o appuntato il prezzo della merce che vi interessa, questo ora potrà tornarvi utile: potrete verificare l’effettività dello sconto praticato e andare a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti, ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.
4) – Valutare la bontà dell’articologuardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidare dei marchi simili a quelli noti.
5) – Diffidare degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto. Un buon prezzo di saldo si dovrebbe attestare attorno a un 40% di sconto.
6) – Servirsi nei negozi di fiduciao acquistare merce della quale si conosce già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
7) – Negozi, vetrine e i prezzi esposti. Non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo e il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla nuova. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
8) – Prova dei capi: Non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.
9) – Dove è esposto l’adesivo di carta di credito o bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi. I commercianti hanno l’obbligo dal giugno 2014 di accettare, per cifre superiori a 30 euro il pagamento con carte di credito o bancomat, tramite POS;
10) – Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi alle associazioni dei consumatori, oppure chiamate i vigili urbani.