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Arresti dei carabinieri di Scandicci a Barberino Val d'Elsa

Scandicci: identificata la donna trovata cadavere in un pozzo. È una badante scomparsa da quasi un anno. Aveva le mani mozzate

Arresti dei carabinieri di Scandicci a Barberino Val d'Elsa
Sul caso indagano i Carabinieri

SCANDICCI – Ha un nome il cadavere di donna trovato in un pozzo a Scandicci il 31 dicembre. L’autopsia che si è svolta stamani 3 gennaio presso l’Istituto di medicina legale di Careggi avrebbe confermato le prime ipotesi investigative. Si tratterebbe di una badante georgiana di 51 anni, Lali Namchavadze, scomparsa da Lastra a Signa nel febbraio 2014. Da quanto si apprende il suo corpo sarebbe stato trovato senza le mani e i vestiti erano gli stessi che indossava al momento della scomparsa.

Lali Namchavadze
Lali Namchavadze

Di lei si era occupata anche la trasmissione «Chi l’ha visto?». Dalla sua scheda nel sito della trasmissione si legge che era arrivata in Italia dalla Georgia nel 2012 e abitava con la figlia a Lastra a Signa, dove lavorava come badante. La mattina del 12 febbraio era uscita dicendo che andava a buttare l’immondizia ma non è più rientrata. Indossava un cappello nero, un piumino nero corto, maglione fucsia e stivali neri. La donna, che parlava pochissimo l’italiano, sembra stesse attraversando un periodo di forte disagio. A casa erano stati trovati tutti i suoi effetti personali, la borsa, i cellulari e i documenti.

La conferma definitiva avverrà dall’esame del Dna, il cui esito si potrà conoscere tra una decina di giorni. Si tratterà comunque di capire se la sua morte è dovuta a suicidio oppure la donna possa essere stata uccisa e gettata nel pozzo per far perdere le sue tracce.

A dare un ulteriore giallo al caso è il fatto che la donna sarebbe stata trovata senza le mani, che erano staccate dalle braccia. Resta ancora il dubbio se siano state mozzate da qualcuno, oppure sia siano fratturate a causa della caduta nel pozzo e successivamente staccatesi a causa del lungo periodo (molti mesi almeno secondo gli inquirenti) in cui il corpo, ormai in avanzato stato di decomposizione, è rimasto nell’acqua del pozzo.


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Sandro Addario

Giornalista

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