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Zeffirelli: Londra offre la sede per la sua Fondazione. E un super incarico. Giovedì l’incontro con Nardella

Franco Zeffirelli, 91 anni il 12 febbraio
Franco Zeffirelli

FIRENZE – «Insieme agli auguri, in questi giorni, ho ricevuto una grande offerta: occuparmi dell’arte e della cultura del Regno Unito. Se accettassi dovrei portare a Londra la mia eredità, ossia la base della mia Fondazione. Che ho promesso a Firenze, dove però vedo che si continua ad andare per le lunghe. E io non ho più tempo per aspettare…».

Al telefono, la voce di Franco Zeffirelli appare, al tempo stesso, gioiosa e rassegnata. Ovvio: la chiamata dall’Inghilterra lo ha riempito di grande soddisfazione. A quasi 92 anni (li compirà il 12 febbraio) è raro che uno si senta affidare incarichi di tanto prestigio e di tanto spessore. La rassegnazione è invece dovuta al fatto che, questa volta, dovrebbe dire definitivamente no a Firenze. E, per questa città, la prospettiva di perdere l’eredità zeffirelliana rappresenterebbe davvero un colpo durissimo. Resta solo un’ultima possibilità: l’incontro fissato per giovedì 8 gennaio con il sindaco, Dario Nardella. Al quale il Maestro chiederà formalmente il cambiamento di destinazione: non più il museo Carnielo di piazza Savonarola, ritenuto troppo piccolo, ma tutto il palazzo di piazza San Firenze, già sede del tribunale, esclusa la bellissima chiesa dedicata a San Filippo Neri. Lì, secondo Zeffirelli, potrebbero trovar posto sia la Fondazione, sia la scuola di musica, sia la scuola dell’arte dello spettacolo. E non ci sarebbe dunque bisogno di occupare parte del Teatro della Pergola.

Ma il problema è il tempo: cioè le lungaggini fiorentine. Quanto ci può volere a Nardella per decidere? Da questo punto di vista, Zeffirelli è molto scettico. In tante interviste al sottoscritto (sia su La Nazione che su FirenzePost), aveva fissato scadenze per l’inaugurazione della Fondazione: prima, rassicurato da Matteo Renzi (?) aveva parlato della fine del 2012, quindi di quella del 2013… Oggi, scollinato inutilmente anche il 2014, non nasconde di aver paura, di non avere più tempo. Per questo l’offertona inglese lo alletta. Del resto, il suo legame con Londra, e addirittura con Buckingham Palace, è fortissimo. Fra i suoi primi lavori, regìe e scenografie, la lingue inglese è dominante. Non a caso, il 24 novembre del 2004 ricevette il titolo e le insegne di baronetto da Sua Maestà Elisabetta II. Può fregiarsi del titolo di “sir”. Ma ancora prima, durante la seconda guerra mondiale, il giovanissimo Zeffirelli, che parlava un ottimo inglese, fece da interprete a un reggimento scozzese che decise di decorarlo per il suo ardimentoso impegno.

Perché conosce tanto bene l’inglese? Ebbe la sfortuna di non avere una famiglia, ma trovò alcune donne meravigliose, inglesi a Firenze, pronte ad amarlo e a educarlo alla cultura, all’arte e ai valori di libertà e tolleranza che sono alla base delle democrazie anglosassoni. A quelle ladies, che dimoravano a Firenze negli anni opachi del conformismo fascista, Zeffirelli dedicò Un tè con Mussolini. Un film? Sì, ma anche un segno di riconoscenza. Perché grazie a loro, alle ladies, raffinò qualcosa che lo ha distinto anche davanti alla regina d’Inghilterra. E che forse è alla base della nuova chiamata da Londra. Qualcosa che non si compra e che risalta anche se si è nati nella litigiosa Firenze, si ha una mente geniale e un carattere tempestoso: qualcosa che si chiama stile.

E allora? La voce del Maestro è stanca ma ferma. Ripete: «L’offerta dall’Inghilterra è di quelle difficili da rifiutare, ma prima di dare una risposta voglio conoscere la disponibilità, ed eventualmente i tempi, di Palazzo Vecchio. Dopodichè prenderò una decisione».


Sandro Bennucci

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