Treno della memoria: 500 studenti dalla Toscana ad Auschwitz. Rossi: «L’Isis? Sono i nuovi nazi»
FIRENZE – A 70 anni esatti dalla liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche, il 27 gennaio 1945, cinquecento ragazzi delle scuole superiori di tutta la Toscana prenderanno parte alla nona edizione del Treno della memoria che li porterà da Firenze in visita in Polonia, al lager simbolo dell’orrore nazista, in 23 ore di viaggio. Nella settimana precedente al Giorno internazionale della Memoria per le vittime dello sterminio stabilito dalle Nazioni Unite – il 27 gennaio di ogni anno appunto – si svolgerà, dal 19 al 23 gennaio, il Treno della memoria per Auschwitz. Un’iniziativa della Regione Toscana a cadenza biennale in vigore dal 2002, organizzata in collaborazione con il Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, con tutte le Province, il Comune di Firenze e l’Ufficio scolastico della Toscana.
ATTENTATI DI PARIGI – Quest’anno il Treno della memoria assume un significato in più. Avviene all’indomani degli attentati di matrice islamista di Parigi, a cominciare dalla strage di giornalisti e vignettisti al settimanale francese Charlie Hebdo, il 7 gennaio. E mentre infuria la guerra in Siria e nel Kurdistan iracheno, dove le milizie dell’autoproclamato Stato Islamico (Is) si distinguono in quella che appare una lugubre gara all’orrore. E a questo ha fatto esplicito riferimento il presidente della Toscana, Enrico Rossi: «Sono particolarmente orgoglioso quest’anno di partire ancora una volta con questo treno, che la Regione è riuscita e spero riuscirà a mantenere grazie allo sforzo di tanti nonostante i tagli subiti ai bilanci – ha affermato presentando l’iniziativa con all’assessore alla Cultura, Sara Nocentini, e a Ugo Caffaz – perché si tratta di una esperienza di cultura ed educazione particolarmente importante in questo momento segnato dai fatti di Parigi, dall’intolleranza e dal fondamentalismo che rialzano la testa per rivendicare al contrario i nostri sentimenti di libertà, eguaglianza e fraternità, di senso della democrazia e della convivenza civile come patrimonio comune».
IS COME I NAZISTI – «Esiste adesso nel mondo arabo uno Stato che è ben finanziato – ha proseguito Rossi -, con tanti errori, da parte di tanti, e si chiama Is: si comporta nei confronti dei territori conquistati e delle persone non assoggettate al loro credo fondamentalista nello stesso modo in cui i nazisti si comportavano In Europa. Credo che occorra combattere tutto questo a testa alta e ritrovare l’orgoglio dei nostri valori democratici».
6 MILA STUDENTI – Dal 2002 ad oggi, è stato chiarito, sul Treno della memoria hanno viaggiato oltre 5.500 studenti e circa 800 insegnanti, con questa edizione si supera la soglia dei 6 mila studenti partecipanti. Quest’anno sono 500 gli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, 51 gli studenti universitari dei tre atenei toscani, 75 gli insegnanti di 68 istituti secondari insieme a testimoni diretti della Shoah, alle delegazioni in rappresentanza di ebrei, deportati, partigiani e politici, militari, rom e sinti, omosessuali. Tutto l’universo di presunte diversità che il nazismo voleva cancellare dalla faccia della terra usando i campi di sterminio.
INCONTRO CON MERKEL – In occasione della presentazione del Treno della memoria è stata infine resa nota una lettera che l’Aned (Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti) ha inviato al premier Matteo Renzi, all’ambasciatore tedesco in Italia e al console onorario a Firenze. Nella missiva si chiede un incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che soggiornerà a Firenze il 22 e 23 gennaio per il vertice bilaterale italo-tedesco già programmato. «Sarebbe significativo – spiega l’Aned – se una delegazione della nostra associazione potesse incontrare la Cancelliera nella Galleria delle Carrozze in Palazzo Medici Riccardi, dinanzi alla targa che ricorda i nomi di oltre 1800 deportati della regione Toscana, uomini, donne e bambini». Nella lettera, l’associazione spiega poi che «ci preme poter incontrare la Cancelliera Merkel per avere informazioni e rassicurazioni in merito alle indagini sul furto del cancello del campo di concentramento di Dachau con la scritta Arbeit Macht Frei. Dallo scorso novembre ci sono state fornite varie ipotesi, dalla direttrice, dall’ambasciatore, dalla polizia, ma niente di realmente concreto».