Firenze: al Teatro Goldoni l’America di Kafka secondo Scaparro
FIRENZE – Al Teatro Goldoni il 2015 si apre con «Amerika» di Franz Kafka nell’adattamento teatrale di Maurizio Scaparro, ripresa di un fortunato spettacolo di una quindicina d’anni fa (da cui fu tratto anche un film) nella riduzione di Scaparro.
Fra melodie yiddish e il ragtime di Scott Joplin, Scaparro torna a narrare la storia dell’ebreo praghese Karl Rossmann, mandato in America a sedici anni dai genitori per mettere a tacere uno scandalo: il ragazzo era stato sedotto dalla cameriera e ne aveva avuto un figlio. È da qui che inizia il romanzo incompiuto «Amerika» di Franz Kafka, scritto cento anni fa, tra il 1911 e il 1914, e pubblicato postumo nel 1927.
Il ruolo del protagonista è affidato a Giovanni Anzaldo, Premio UBU per «Roman e il suo cucciolo» di Alessandro Gassmann e nel cast dell’ultimo film di Paolo Virzì, «Il capitale umano». Al suo fianco, tra gli altri, Ugo Maria Morosi e Carla Ferraro.
A proposito di «Amerika», spiega il regista Scaparro: «è uno dei libri più straordinari dello scrittore praghese, descrive nei dettagli fisici, ma soprattutto psicologici, i sogni di tanti emigranti europei che tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 lasciarono il proprio Paese attratti dalla speranza di un mondo nuovo, ricco di opportunità e di imprevedibile felicità (…). Importante nella costruzione dello spettacolo è la colonna sonora (…), come se la musica fosse un rifugio, l’alternativa ai tempi che viviamo, che hanno i loro prodromi proprio nell’Amerika di Kafka». Una visione straordinariamente profetica di quello che fu poi chiamato il “sogno americano”.
Teatro Goldoni (via Santa Maria 15, Firenze)
Da mercoledì 21 a domenica 25 gennaio, ore 20.45 (domenica ore 15.45)
Compagnia Gli Ipocriti, in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze presenta «Amerika» di Franz Kafka; traduzione e adattamento di Fausto Malcovati, con Giovanni Anzaldo, Ugo Maria Morosi, Carla Ferraro e Giovanni Serratore, Fulvio Barigelli, Matteo Mauriello. Musiche ispirate alla cultura yiddish della vecchia Europa e al jazz nero di Scott Joplin adattate da Alessandro Panattieri, eseguite dal vivo da Alessandro Panattieri (piano), Andy Bartolucci (batteria), Simone Salza (clarinetto); scene di Emanuele Luzzati riprese da Francesco Bottai; costumi Lorenzo Cutuli, movimenti coreografici Carla Ferraro, regia Maurizio Scaparro, regista assistente Ferdinando Ceriani, organizzazione generale Melina Balsamo