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Ritorno da Auschwitz degli studenti toscani: «È stato importante perché la storia va vista, calpestata, odorata…»

Treno della Memoria, la professoressa Maria Assunta Pirillo
Il treno della Memoria è ripartito per Firenze: la professoressa Maria Assunta Pirillo

CRACOVIA – «I miei studenti sono molto provati. Sia per la stanchezza, sia soprattutto emotivamente. Ma appena rientrati avremo da lavorare molto su questo viaggio della memoria, mettendo insieme video, foto e documenti, compreso il diario che i ragazzi hanno tenuto in questi giorni e presentando il nostro lavoro a tutta la scuola». Sorride la professoressa Maria Assunta Pirillo, docente di Italiano e Storia all’Istituto Agrario di Firenze. Energica e dolce, le brillano gli occhi. Anche per lei però un po’ di stanchezza comincia a farsi sentire.

Del resto è ovvio, dopo un tour de force di quattro giorni di visita a tappe forzate. E teutonicamente puntuale, alle 17.09 del 22 gennaio, è ripartito per Firenze il Treno della Memoria, di ritorno da Cracovia, dopo giornate che i ragazzi hanno passato ad Auschwitz-Birkenau, e a Cracovia stessa, per incontrare i sopravvissuti dei campi di sterminio. Un’esperienza forte. Sconvolgente. Ciascun professore ha potuto portare un massimo di 6 studenti. Una ristrettissima élite «ma erano molto di più quelli che avrebbero meritato e voluto partecipare», spiega la professoressa Pirillo. Cosa le hanno detto i suoi ragazzi al termine di questa esperienza? «Mi hanno detto: ‘Prof., la storia oltre a studiarla va vista, calpestata, odorata…». E lei che sensazione si porta via sul treno del ritorno? «Di pienezza…tutto quello che ho visto è stato così forte e sconvolgente che non credo tornerò ancora ad Auschwitz…Mi basta: anche perché non vorrei sminuire dentro di me, se tornassi un’altra volta, l’impressione forte che ho ricevuto in questo viaggio».

Treno della memoria, le sorelle Andra e Tatiana Bucci a colloquio con i ragazzi
Treno della memoria, le sorelle Andra e Tatiana Bucci a colloquio con i ragazzi

Il luogo di ritrovo, conversazione, dibattito e incontro sul treno speciale che riporta i ragazzi in Italia è la carrozza numero 8. Lì, di nuovo, gli studenti, a turni di alcune decine alla volta, incontrano Vera Vigevani Jarach, e Andra e Tatiana Bucci. Tre donne testimoni, sopravvissute allo sterminio. I ragazzi fanno domande e ascoltano; qualcuno chiede consigli di umanità, come si potrebbero chiedere a una mamma, una nonna, una sorella, su come fare a stare vicino ad amici in difficoltà. Alla fine uno a uno, in fila, baciano Vera, Andra e Tatiana per salutarle e ringraziarle.

Treno della Memoria, Vera Vigevani Jarach, seduta al centro, parla rivolta a una studentessa
Treno della Memoria, Vera Vigevani Jarach, seduta al centro, parla rivolta a una studentessa

Andrea Scotto Rosato, dell’Alberghiero Saffi di Firenze, classe 5/a A, racconta del suo incontro di ieri con Marcello Martini, finito nel lager di Mauthausen all’età di 14 anni, quindi più giovane di lui. «Gli ho parlato a tu per tu insieme a una compagna di classe – racconta Andrea – lui si è commosso e ci ha abbracciato: è stata un’emozione incredibile, per me quelli come lui sono eroi». Cosa si può fare ora che torniamo a casa dal viaggio della Memoria? «Quello che non sopporto – dice Andrea – è quando a scuola tanti miei compagni di fronte alla realtà che si potrebbe cambiare in meglio dicono ‘è così, e vabbé..’, oppure, ‘pace.., che ci vuoi fare’, invece dobbiamo impegnarci tutti».

Prima di risalire sul treno verso Firenze i 500 studenti toscani hanno visitato al mattino Cracovia: il vecchio ghetto ebraico con 7 sinagoghe, Wawel, il castello dei re polacchi che ospita la Dama con l’Ermellino di Leonardo di Vinci, il centro storico con la piazza del Mercato (il più grande in epoca medievale). L’antica capitale della Polonia è oggi abitata da non più di 100 ebrei. Erano 68 mila prima della seconda guerra mondiale: 65 mila furono annientati dai nazisti nei campi di sterminio. Poi, sotto il regime comunista filosovietico di Varsavia il destino degli ebrei fu ancora carico di ostilità ed emarginazione. Solo dopo il 1989, con la caduta del comunismo, alcuni discendenti degli ebrei di Cracovia hanno cominciato a fare ritorno.

Treno della memoria, si riparte e i ragazzi vengono invitati ad abbracciarsi
Treno della memoria, si riparte

Dopo saluti e ringraziamenti da parte di Ugo Caffaz, e di alcuni dei ragazzi stessi alla partenza da Cracovia, il treno speciale carico di adolescenti corre verso Firenze. Ma va in coda agli altri, i convogli del traffico di linea. Forse per questo si ferma spesso. In Polonia, in Repubblica Ceca, in Austria, in Italia. Attraversa l’Europa ma non apre mai le sue porte. Come i treni senza ritorno che andavano ad Auschwitz. Da Auschwitz invece ora si torna indietro. Lo choc è stato forte. Come un indimenticabile marchio a fuoco nella memoria.


Domenico Coviello

Giornalista

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