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Strage del rapido 904, il pentito Leonardo Messina: «Falange Armata? Fu fatta da Cosa Nostra…»

Riina a processo a Firenze la «strage di Natale»
Il boss dei boss, Totò Riina, a processo a Firenze la «strage di Natale»

FIRENZE – Al processo fiorentino sulla strage del rapido 904 Napoli-Milano, avvenuta la sera del 23 dicembre 1984 dentro la Grande galleria dell’Appennino tra Firenze e Bologna a San Benedetto Val di Sambro, continuano a emergere, dalle dichiarazioni dei pentiti di mafia, nuovi particolari su uno dei più efferati attentati della storia d’Italia (17 morti e 267 feriti, a causa dell’esplosione radiocomandata di un ordigno posta sul treno).

«La finalità» della strage «era un segnale che Cosa Nostra voleva dare agli amici politici, e un segnale che voleva dare all’interno dell’organizzazione perché loro non avevano più l’egemonia, la stavano perdendo» ha sostenuto oggi, 27 gennaio, il pentito di mafia Leonardo Messina. Al processo di Firenze sulla strage del rapido 904 è imputato il boss Salvatore Riina.

«Quindi fare questa strage era una dimostrazione di forza?», è stata la domanda che il presidente della Corte d’Assise ha rivolto a Messina. «Sì – ha risposto il pentito – fu una dimostrazione di forza».

«Mi è stato riferito che il treno 904 fu fatto saltare da Falange Armata – ha detto ancora Leonardo Messina – e ho sempre saputo che la Falange Armata rivendicava gli attentati, ma che era Cosa Nostra che li faceva», poiché, ha sostenuto il mafioso collaboratore di giustizia, «dietro la Falange Armata c’era Cosa Nostra».

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