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Province: ricollocazione del personale. Ecco che cosa ha stabilito il Ministero per la pubblica amministrazione

Il ministro Marianna Madia
Il ministro Marianna Madia

ROMA – Mentre in alcune province i dipendenti ancora protestano per l’incertezza del loro futuro, il Ministero per la Pubblica Amministrazione ha emanato le prime disposizioni che fissano i criteri della futura collocazione del personale in esubero delle Province (circa 20 mila) e delle Città metropolitane, tema che è stato oggetto due giorni fa di una riunione dell’Osservatorio nazionale, a cui hanno preso parte rappresentanti del governo insieme a Upi, Anci, Regioni e organizzazioni sindacali.

CIRCOLARE – Una circolarediffusa dal Ministero ha fatto chiarezza su alcune indicazioni ‘di massima’ contenute nella legge di stabilità (la 190 del 23 dicembre 2014), e nella legge 56, la cosiddetta Delrio, relativa alla risistemazione degli enti locali. Si precisa che la riduzione rispettivamente, per Province e Città metropolitane, del 50 e del 30% sarà commisurata alle risorse e non al numero degli addetti. In questo modo però la partita rimane ancora aperta per circa 7 mila addetti delle Province, per i quali occorre attendere la risposta delle Regioni sulle funzioni che decideranno di dover accogliere o lasciare agli enti di area vasta.

ADDETTI – Nel frattempo circa 7 mila addetti delle Province dovrebbero andare ai Centri per l’Impiego, 1.031 ai Tribunali (secondo quanti indicato dal bando di mobilità volontaria del Ministero della Giustizia) e 4 mila alla Polizia Provinciale.

SPESA – Sul contenimento della spesa la circolare di Palazzo Vidoni conferma per le Province, dal primo gennaio, il divieto di assunzioni a tempo indeterminato, diversamente – nel rispetto del comma 420 della Stabilità – da quanto si farà per le città metropolitane, anche se la circolare spiega chiaramente che nei casi di ‘soprannumerarietà’ non sarà comunque autorizzato il ricorso ad assunzioni di personale.

CRONOPROGRAMMA – Secondo il cronoprogramma fissato dalla circolare la quantificazione degli trasferimenti del personale dovrà essere ripartita in base alle funzioni, e per forza di cose dovrà tener conto del numero dei soprannumerari sui territori e delle funzioni non fondamentali (quindi non per ambiente, scuole superiori, strade, a cui vanno aggiunti centri per l’impiego e Polizia Provinciale).

PENSIONAMENTI – La partita di eventuali pensionamenti, in questo modo, dovrebbe essere decisa entro dicembre 2016. Entro il 31 marzo dovrebbe esser reso noto l’elenco del personale assegnato agli enti di area vasta per l’esercizio delle funzioni fondamentali, calcolo che a quel punto non sarà più teorico perché fatto a valle del processo di riordino. Sempre entro il 31 marzo prossimo le Regioni dovrebbero poi rendere nota la disponibilità ad operare un turnover, che potrebbe essere realizzato fino al 100% per poter assorbire il personale delle Province.

Finalmente sono stati individuati dei criteri per la ripartizione del personale, dai quali emergono le destinazioni di circa 12.000 addetti (ai tribunali, ai centri per l’impiego, alla polizia provinciale); in attesa che le neghittose regioni pongano in atto gli adempimenti di competenza. Ma forse sono troppo impegnate nella campagna elettorale.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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