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Natale 2025
Boccata d'ossigeno per il manifatturiero toscano

Economia, Confimi Impresa: «Nel 2015 la crescita oscillerà fra lo 0,8% e l’1,1%»

Boccata d'ossigeno per il manifatturiero toscano
La ripresa per il manifatturiero passa dall’export

ROMA – Dopo una recessione che sembra infinita, il 2015 sarà un anno di possibile svolta per l’Italia. Lo testimoniano le analisi economico-finanziarie di Confimi Impresa, la Confederazione degli industriali manifatturieri. «Il nostro centro studi – ha dichiarato oggi 3 febbraio Paolo Agnelli, presidente nazionale di Confimi – prevede per l’anno in corso una crescita compresa fra lo 0,8% e l’1,1%».

Cifre di per sé modeste, ma in realtà significative. Sarebbe un ritorno vero al segno «+», la possibile inversione di tendenza che gli italiani attendono da troppo tempo. «La crescita per il mondo industriale sarà dettata una volta di più dall’esportazione – ha sottolineato Agnelli –: esportazione favorita dalla svalutazione dell’euro a seguito dell’immissione di liquidità voluta dal governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, con l’operazione del Quantitative Easing».

Non solo. C’è una coincidenza ancora più favorevole, secondo Agnelli: «La svalutazione sarà accompagnata da un calo dei costi energetici – ha spiegato il presidente di Confimi -, dovuto al crollo del prezzo del petrolio, mitigato, però, dal rapporto euro/dollaro, moneta quest’ultima che guida le quotazione dell’energia». E, ha proseguito, «un segnale positivo potrà arrivare da un rilancio del consumo interno favorito dal risparmio energetico che dovrebbe attestarsi intorno al 20%».

«Sarà però crescita zero per l’occupazione – ha aggiunto Agnelli – in quanto il passaggio a tempo indeterminato dei vecchi contratti a termine in scadenza non crea sostanzialmente aumento dell’ occupazione. Inoltre gli investimenti in innovazione nelle industrie manifatturiere non incentiveranno nuove assunzioni». «Ora attendiamo l’utilizzo rapido delle nuove norme contenute nel Jobs Act – ha concluso – e degli incentivi previsti dalla Legge di Stabilità per uno sperato incremento dell’occupazione. Non dimentichiamo però che il principale freno per l’industria manifatturiera italiana restano sempre una tassazione eccessiva sulle componenti essenziali del costo del lavoro e i troppi oneri impropri che gravano sulle imprese».


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Domenico Coviello

Giornalista

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