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Palazzo Pitti, residenza del re negli anni di Firenze capitale d'Italia

Firenze capitale d’Italia, festa per il 150°: Emanuele Filiberto di Savoia, Toni Servillo e la mostra sul Poggi (Video)

Il sindaco Dario Nardella con l'attore Toni Servillo
Il sindaco Dario Nardella con l’attore Toni Servillo (dal profilo Twitter del primo cittadino)

FIRENZE – Erano le 8 del 3 febbraio 1865 – 150 anni fa – quando il re Vittorio Emanuele II prese un treno da Torino per arrivare a Firenze in tarda serata, quasi alle 23, e insediarsi a Palazzo Pitti, sede della casa reale.

E proprio oggi, nel Salone de’ Cinquecento, sono cominciate ufficialmente le celebrazioni per il 150° anniversario di Firenze Capitale d’Italia. «È un giorno di festa per noi – ha dichiarato dal palco il sindaco Dario Nardella -. Festeggiamo due volte: festeggiamo Firenze Capitale e il nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui inviamo un augurio di buon lavoro”.

Due gli ospiti d’eccezione della cerimonia che si è aperta con l’Inno nazionale eseguito dagli allievi del Conservatorio Cherubini: l’attore Toni Servillo,che ha letto alcuni brani del poeta Pablo Neruda (nel video, tratto dal profilo Twitter del sindaco Nardella), e lo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi, che ha moderato l’evento. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Consiglio comunale di Torino, Giovanni Porcino, il presidente del «Comitato promotore Firenze Capitale», Eugenio Giani, e la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi. Nel Salone dei Cinquecento erano presenti anche il presidente del Consiglio comunale Caterina Biti, Emanuele Filiberto di Savoia, assessori e consiglieri comunali, autorità civili e militari e numerosi studenti delle scuole fiorentine. Durante la cerimonia c’è stato anche un intermezzo a cura degli studenti del laboratorio teatrale «La Stanza dell’Attore» del liceo classico Michelangiolo.

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«Questo anno di celebrazioni non sarà un anno in cui organizzeremo eventi solo per nostalgico ricordo – ha spiegato il sindaco -, ma sarà un anno in cui ci porremo, in ogni momento e per ognuna delle attività che il Comitato promotore sta organizzando, la domanda: Cosa significa oggi essere stati capitale del proprio Paese? Vuol dire essere ancora un esempio. Anche se non siamo più capitale politica Firenze si sente capitale nella cultura, nella moda, nella creatività, nell’economia».

Nel pomeriggio il sindaco Nardella ha partecipato all’inaugurazione all’Archivio di Stato della mostra «Una Capitale e il suo architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici. Firenze e l’opera di Giuseppe Poggi», la grande retrospettiva sull’architetto Poggi, incaricato dal governo dell’epoca di realizzare il nuovo assetto urbanistico della città.

Sono merito suo l’abbattimento delle mura e la creazione dei viali di circonvallazione, il quartiere della Mattonaia, piazza Indipendenza, via XXVII aprile, il monumento a Manfredo Fanti in piazza San Marco, la rete fognaria, l’acquedotto, la strade ferrate, la regimentazione delle acque e molti altri interventi che trasformarono Firenze nella città che vediamo oggi. La mostra rimarrà aperta fino al 6 giugno.


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Domenico Coviello

Giornalista

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