Europa: dalla Banca Centrale europea (Mario Draghi) duro monito alla Grecia. Le banche elleniche rischiano di non avere più finanziamenti
FRANCOFORTE – Il nuovo esecutivo greco, nel suo tour europeo, ha ribadito di essere deciso a non rinnovare i suoi impegni con la troika e a portare avanti una ristrutturazione del debito. Ma la Bce si è mossa tempestivamente e ha inviato un duro segnale ad Atene: lo stop alle riforme e ai progressi fatti sul risanamento di bilancio costerà molto caro ai greci. Proprio oggi l’agenzia Bloomberg scrive che, se non rinnoverà il suo programma per una nuova linea di credito, la Grecia rischia di non poter far fronte ai suoi pagamenti il 25 marzo: sarebbe l’equivalente di un default.
BCE – Gli istituti di credito ellenici dunque non potranno più avere accesso alle regolari aste di finanziamento della Bce, mentre resta in funzione lo strumento di emergenza, chiamato Ela (Emergency Liquidity Assistance) fornito dalla Bce attraverso la banca centrale greca e riservato alle banche che hanno gravi problemi di liquidità. In assenza di un accordo con la Ue, la Grecia non potrà neppure beneficiare del Quantitative easing, il piano massiccio di acquisto di titoli di Stato.
«Non è possibile presumere una positiva conclusione del programma» di assistenza europeo, in scadenza a fine mese: così il Consiglio direttivo della Bce ha motivato la decisione che rappresenta un duro colpo per il Paese e le sue banche. Il primo giudizio di Francoforte sul programma del nuovo governo greco è dunque negativo.
POLITICA Adesso è tutto rinviato alla politica, agli incontri che Tsipras e Varoufakis avranno con Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble. I greci, nonostante tutto, chiederanno uno stop all’austerity, uno swap del debito e la fine della troika. Ma vista la posta in ballo, con il 60% del debito greco in mano ai governi europei e una fetta consistente alla Bce, la cancelliera fisserà paletti stringenti. L’austerità continua e il sogno della sinistra greca d’infrangere i paletti dell’Europa, confortato dalla scomposta esultanza della sinistra europea e in particolare dall’estrema sinistra italiana (Nicky Vendola e c.) sembra proprio destinato a dissolversi.