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Admin Ajax.php?action=kernel&p=image&src=%7B%22file%22%3A%22wp Content%2Fuploads%2F2015%2F02%2FNaufragio Della Concordia Limputato Francesco Schettino In Aula Al Processo Di Grosseto

Concordia: Schettino s’arrabbia al processo ed esce dall’aula: «Dopo parlerò io». E ora la sentenza

Naufragio della Concordia, l'imputato Francesco Schettino in aula al processo di Grosseto
Naufragio della Concordia, l’imputato Francesco Schettino in aula al processo di Grosseto

GROSSETO – «Chiediamo a voi giudici che Francesco Schettino abbia la pena giusta, una pena giusta che ristabilisca la verità dei fatti sulla tragedia della Costa Concordia». Si è conclusa così, oggi 10 febbraio, la replica dell’accusa, per bocca del pubblico ministero Stefano Pizza, al processo di Grosseto sul naufragio al Giglio della nave Concordia (32 vittime nella notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012).

«Ribadiamo la piena affermazione di colpevolezza di Schettino per i reati ascritti (omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono di nave, ndr.)» ha sottolineato il pm Pizza, che ha confermato la richiesta di 26 anni di carcere e tre mesi di arresto per l’imputato, comandante della Concordia.

«Tramite voi – ha aggiunto il pm rivolto ai giudici – Schettino impari a rispondere delle sue responsabilità». Il pubblico ministero ha anche riferito una frase udita in aula che, ha detto, «rende bene cosa è questo processo. Un legale, infatti, ebbe a dire che ‘è più facile per un avvocato volare che difendere Schettino’».

La replica dell’accusa è arrivata dopo che ieri i difensori dell’imputato avevano cercato di sostenere la tesi che il naufragio della Concordia non sia stato altro che «un maledetto incidente in mare», e che quindi Francesco Schettino vada assolto, o comunque, se punito, non oltre «i minimi edittali» e tenendo conto delle attenuanti generiche.

Ma oggi i pm hanno rintuzzato colpo su colpo le argomentazioni della difesa. E a un certo punto Francesco Schettino ha perso la pazienza: con un improvviso gesto di stizza si è alzato dal suo posto e ha lasciato l’aula per alcuni minuti, anche allungando un braccio in direzione del tavolo dell’accusa, quando il pm Leopizzi ha respinto la critica della difesa che parlò di «schifoso accanimento dei media» su di lui.

Il pm Alessandro Leopizzi ha detto che «semmai c’era la tentazione di portare altro materiale ma invece siamo rimasti a livello sobrio. Vogliamo sostenere che tutto quanto è stato pubblicato è stato estorto all’imputato? Schettino è stato forse picchiato? Non è stato smentito nulla». «Il codice di procedura permette alle dichiarazioni rese fuori dall’aula di poter entrare nel processo», ha detto il pm in relazione ad alcune interviste utilizzate nella requisitoria. A queste frasi, Schettino – di solito sempre tranquillo in aula – ha avuto un moto di reazione ed è uscito. Dopo qualche minuto è tornato a sedere sul banco della difesa.

In una pausa dell’udienza di oggi l’imputato ha dichiarato: «Dopo che avrò ascoltato in aula la sentenza del tribunale, parlerò io». L’ex comandante, considerato il responsabile dello sciagurato «inchino» della nave all’Isola del Giglio, si prepara: domani mercoledì 11 febbraio, o al massimo giovedì 12 i giudici si ritireranno in camera di consiglio. L’ora del verdetto è vicina.

AGGIORNAMENTO ORE 18

Il comandante Francesco Schettino ha poi precisato, nel pomeriggio, tramite umo dei suoi legali, l’avvocato Domenico Pepe, che «contrariamente all’interpretazione fatta dai giornalisti nel teatro di essersi allontanato momentaneamente dall’udienza addirittura con un presunto gesto di stizza» verso i pm «si è solo alzato perché è arrivata un’infermiera a effettuare un’iniezione di antibiotico avendo la febbre alta».

Da segnalare, inoltre, l’intervento dell’avvocato dello Stato, Patrizia Pinna: «C’è stato un grave danno ambientale all’isola del Giglio – ha dichiarato – e ora Costa Crociere lo deve riparare, risarcire», per cui «è giusta la richiesta di pagamento di 200 milioni di euro» rivolti dal ministro dell’Ambiente alla compagnia. Il legale, dell’Avvocatura dello Stato di Firenze, ha detto che «Costa non ha mai fatto la bonifica» al Giglio. Ha fatto solo la rimozione del relitto. La bonifica non è alternativa alla riparazione del danno, è cumulativa. Costa deve provvedere a bonificare i fondali e a riparare il danno ricostruendo l’habitat e le specie».

Dichiarazioni anche dall’avvocato del Comune del Giglio, Maria Chiara Zanconi: «Il tribunale ha le prove scientifiche per decidere. Dall’altra parte ci sono solo parole. Noi abbiamo dimostrato il danno, da Costa Crociere solo fumo» e quindi «confermo la richiesta di una provvisionale di 20 milioni di euro. Il resto lo rimettiamo alla decisione di voi giudici, solo voi potete restituire al Giglio la sua dignità».


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Domenico Coviello

Giornalista

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