Un calcio di nome Wanda: ai cinesi i diritti Tv della serie A e della Nazionale
Fra lo stage in Nazionale di febbraio, andato a gambe all’aria per lo schiaffo di alcuni club, e l’avviso di garanzia per frode sportiva ricevuto nelle stesse ore dalla procura di Cremona che indaga sul calcio scommesse, il ct dell’Italia Antonio Conte ha le sue gatte da pelare. E forse non ha da preoccuparsi dell’ultimo «terremoto» nel calcio italiano: i diritti tv, la pubblicità e il marketing della Serie A e della Nazionale sono passati ufficialmente in mani cinesi.
Agli Europei del prossimo anno, perciò, l’Italia porterà in alto l’onore del Paese (se ce la farà a dare prova migliore che al Mondiale del Brasile) ma dovrà rivolgere un pensiero di gratitudine anche a dei signori finora poco noti fuori dalle stanze ovattate dei consigli di amministrazione di Pechino. Signori molto ricchi, intraprendenti e spregiudicati che controlleranno direttamente l’immagine, la promozione, gli investimenti e l’espansione nel mondo del buon nome del calcio che conta. Anche, e soprattutto, di quello italiano.
Dalian Wanda, infatti, conglomerato cinese da oltre 30 miliardi di dollari di fatturato all’anno guidato da Wang Jianlin, uno degli uomini più ricchi della Cina, ha acquisito per 1,05 miliardi di euro la società svizzera Infront Sports & Media, capitanata da Philippe Blatter, nipote di Joseph, il gran capo della Fifa.
Fra le società più importanti al mondo per la gestione del marketing sportivo, Infront è anche advisor pubblicitario della Figc, oltreché che della Fifa, e dunque detentore dei diritti del campionato italiano e della Nazionale italiana. Ed è partner diretto di Milan, Inter, Werder Brema, Colonia e gestore dei diritti di tutte e 7 le Federazioni dei Giochi Olimpici Invernali, oltre a detenere un importante portafoglio di diritti nelle federazioni internazionali di pallamano, pallavolo e ciclismo.
I manager del gruppo Wanda, che a dirla così ricordano il film «Un pesce di nome Wanda», in realtà non scherzano, ridono poco e fanno parecchio sul serio. Vogliono le leve del calcio europeo, quello più nobile del mondo. Per esportarlo e moltiplicare il proprio business nell’immenso mercato asiatico. Prova ne sia che appena lo scorso mese di gennaio Dalian Wanda ha acquisito il 20% dell’Atletico Madrid con un investimento da «argent de poche» di 45 milioni di euro. Robetta buona per l’antipasto di un lauto pranzo a base di diritti tv e pubblicità nei campionati più blasonati del Vecchio continente.
Il presidente di Wanda, il magnate Wang Jianlin, ha dichiarato che «l’acquisizione di Infront porterà allo sviluppo dell’industria sportiva cinese e ad accrescere il suo interesse per il pubblico internazionale» visto e considerato che Infront «è posizionata al meglio per supportare in maniera attiva la Cina nella sua capacità di attrarre i più importanti eventi sportivi».
È probabile, dunque, che a breve la Nazionale vada sempre più spesso a portare alto l’onore del Paese (se ci riesce) in competizioni organizzate ad hoc direttamente oltre la Grande Muraglia, dove, del resto, già il ct campione del mondo, Marcello Lippi, ha messo radici da anni. Il sole sorge a oriente. E da Oriente, a quanto pare, arrivano i miliardi freschi, motore del vecchio calcio europeo.