Pubblica amministrazione: assunzioni bloccate. I dipendenti delle ex Province scavalcano gli idonei ai concorsi
ROMA – Gli idonei della Pubblica amministrazione «meritano attenzione soprattutto dopo che leggi e sentenze hanno chiesto di ricorre alle graduatorie prima di nuovi concorsi, ma questa attenzione non si può tradurre come per i vincitori in un diritto, in una certezza». Così il ministro Marianna Madia: “vogliamo tutelare le loro aspettative ma non a danno dei vincitori”. Ora, dato il superamento delle Province, previsto dalla legge Delrio, “noi, come Governo, concentriamo ogni sforzo per ricollocare, in base alle loro competenze e negli uffici dove ce ne è bisogno, tanti dipendenti pubblici”, spiega il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, nel corso del Question Time alla Camera.
GIUDIZIARI – A riguardo il ministro porta come esempio quello degli uffici giudiziari, dove “proprio attraverso la mobilità dei dipendenti delle Province” si vogliono “colmare le carenze di organico”. Tutto ciò, sottolinea Madia, senza “nulla toglie ai vincitori di concorso, a cui il Governo riconosce assoluta priorità. E – ricorda – la Legge di Stabilità ha fatto salvi i vincitori di concorso”. Quindi, prosegue il ministro, i vincitori si trovano in “una situazione diversa e di maggior diritto rispetto agli idonei”. Sul punto, infatti, il ministro evidenzia come “non sia ammissibile che la Pubblica Amministrazione bandisca un concorso per determinati posti e poi non assuma i vincitori. Ed è anche per evitare quest’effetto, avuto negli anni passati, che nel dl 90 sono state semplificate le procedure per assumere ed è stata eliminata la doppia autorizzazione per assumere, oggi invece è unica”.
IDONEI – I comitati degli idonei, arrivati anche da Napoli, L’Aquila, e da altre città italiane, hanno manifestato davanti a piazza Montecitorio per portare di nuovo all’attenzione del mondo politico la loro situazione. In tutto erano 2-300 in rappresentanza dei circa 84 mila in attesa di chiamata. “Per tutti – hanno spiegato i loro rappresentanti – il timore che le proroghe delle graduatorie, che secondo la legge D’Alia dovrebbero essere valide fino al 2016, siano di fatto annullate dallo stop alle assunzioni stabilito per assorbire gli esuberi delle Province”.
«Abbiamo avuto un incontro con il presidente del Comitato per la legislazione, il deputato Aniello Formisano, che si è impegnato formalmente a valutare, attraverso le commissioni competenti, la possibilità di intervento per prorogare le graduatorie al 2018», spiega Alessio Mercanti, presidente del Comitato nazionale XXVII Ottobre. In pratica si tratterebbe di allungare le graduatorie di due anni (ad oggi scadono nel 2016) in modo da aggirare il blocco delle assunzioni previsto dalla legge di Stabilità (per fare fronte agli esuberi delle Province).
In questo modo il Governo porrebbe fine a un’ingiustizia, che penalizza giovani in cerca di lavoro a favore di dipendenti di enti trasformati. Ma né Renzi né la Madia possono comprendere cosa significhi per un ragazzo veder sfumare la speranza di un lavoro. Loro lo hanno sempre trovato attraverso la politica.
Lawrence d'Aniello
Veni vidi vici… ma non mi assumono! Gli stessi vincitori “di diritto” dei concorsi pubblici banditi negli ultimi anni sono stati tutt’altro che assorbiti nella loro totalità, basti consultare i primi dati del monitoraggio dei vincitori e idonei avviato dal Dipartimento della Funzione Pubblica a questo indirizzo: http://goo.gl/VDS16y, che stima in 3061 i vincitori delle pubbliche amministrazioni ancora da assumere, e si tratta di dati provvisori (le amministrazioni non sono, peraltro, obbligate ad aderire al monitoraggio). Un esempio ex multis: il maxi-concorso di Roma Capitale bandito nel 2010 ha finora sfornato appena 300 assunti su 1995 vincitori di diritto, il 15% dei posti messi a bando! Morale: non è possibile concepire che in un paese occidentale superare un concorso pubblico non produca la certezza giuridica sancita dall’articolo 97 della Costituzione, ma anni di attesa per l’ingresso nella PA! Chi sceglie la via legale è lasciato a casa, quasi un popolo di invisibili, e i sine titulo sono prorogati e magari stabilizzati con una leggina ad hoc: i vincitori sconfitti dai parenti! E’ di questi giorni, peraltro, il grido d’allarme della Ragioneria dello Stato: “Il mantenimento prolungato delle politiche di contenimento del turnover finirà per porre in pochi anni un problema di sostenibilità dei servizi erogati” (Fonte ANSA, http://goo.gl/nSlrjH). E’ tempo di una società più giusta, dove i padri aiutino i propri figli, dove il conflitto generazionale sia soppiantato da un modello sociale basato sulla solidarietà organica.