Riforma del Senato e del titolo V della Costituzione: la Camera (semivuota) approva a stretta maggioranza
ROMA – L’Aula della Camera semivuota, assenti le opposizioni, ha approvato nella notte gli emendamenti al disegno di legge di Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. Il voto finale al testo è previsto a inizio marzo. «Grazie alla tenacia dei deputati», ha scritto il premier Matteo Renzi su Twitter. «Un abbraccio a #gufi e #sorciverdi».
OPPOSIZIONI – Forza Italia, M5S, Lega e Sel non hanno partecipato ai lavori in polemica con il provvedimento. Le opposizioni saliranno al Colle martedì, convinti che il governo stia bloccando il dibattito parlamentare per imporre le sue riforme. Renzi, dicono Fi-Lega-Sel in una conferenza stampa congiunta, è «un bullo». «Gli faremo vedere i sorci verdi» minaccia il capogruppo azzurro Renato Brunetta. Anche Civati e Fassina della minoranza Pd non voteranno le riforme. Renzi però va avanti: «Vogliono solo bloccare il governo», ma «noi non ci facciamo ricattare da nessuno».
GUERRA – Tra le novità approvate dalla Camera spunta una modifica alla maggioranza parlamentare necessaria a deliberare lo stato di guerra: d’ora in poi per l’ok, che però con la riforma spetterà alla sola Camera dei deputati, servirà la maggioranza assoluta dei voti e non più solo quella semplice. Un passo che rappresenta un ragionevole punto di «mediazione» secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Opinione non condivisa da tutti: «Con una legge elettorale maggioritaria – osserva Rosy Bindi – che darà il 54-55% a chi vince, questo emendamento non è sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione».
Renzi continua così nella sua scelta di andare avanti incurante delle opposizioni, sia interna che esterna. Proprio quello che Napolitano voleva escludere. E anche questo fatto conferma il fallimento dell’azione del vecchio Presidente. Che ne penserà adesso Mattarella, che riceverà martedì prossimo le opposizioni al Colle?