Opera di Firenze: Antonello Manacorda dirige Strauss e il «Pulcinella» di Stravinskij
FIRENZE – All’Opera di Firenze l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretta da Antonello Manacorda, esegue «Il borghese gentiluomo» (Suite dalle musiche di scena) di Richard Strauss e il «Pulcinella» di Igor’ Stravinskij.
Un programma ghiotto, che riunisce due lavori nati per accompagnare la danza. Quello di Strauss, «Der Bürger als Edelmann» (Il borghese gentiluomo), Suite dalle musiche di scena, op. 60 TRV 228c, fu eseguito la prima volta a Vienna nel 1920, dopo una genesi alquanto complessa. Nacque come comédie-ballet ispirata alla commedia di Molière, che era pure una comédie-ballet con musiche di Lully. In questa veste non ebbe successo e Strauss decise di salvarne la musica riunendo i nove numeri più importanti dell’opera in una suite orchestrale da concerto. Sotto l’andamento pseudo-antico della musica, elegantissima e brillante, sono ben riconoscibili i tratti più caratteristici del compositore bavarese, a cominciare dal vigore e dal colore orchestrale deciso e vivace, nonostante le dimensioni relativamente piccole dell’organico (che comprende comunque in’ampia sezione di fiati, varie percussioni, un pianoforte e un’arpa).
L’idea di comporre un «Pulcinella» scaturì durante una passeggiata che Stravinskij e Serghej Diaghilev, il geniale impresario dei Ballets Russes, fecero a Parigi in un pomeriggio di primavera del 1919. Diaghilev ebbe l’idea di creare uno spettacolo coreografico su musiche di Giovan Battista Pergolesi, visto il buon successo del balletto «Le donne di buon umore», con musiche di Scarlatti orchestrate da Vincenzo Tommasini, e della «Boutique Fantasque», con musiche di Rossini orchestrate da Respighi. Suggerì a Stravinskij di scegliere pagine inedite o comunque rare, e dopo poco il compositore si mise al lavoro con entusiasmo. Poco importa che la critica abbia messo poi seriamente in dubbio la veridicità di buona parte delle attribuzioni a Pergolesi (a quanto pare, solo nove dei diciotto pezzi scelti gli si possono attribuire): quel che conta è che le considerasse sue Stravinskij, che portò a termine l’originalissima fantastica partitura il 20 aprile 1920. Il grande successo che ottenne spinse due anni dopo Stravinskij a rielaborare la partitura in una Suite da concerto, che fu diretta il 22 dicembre 1922 da Pierre Monteux sul podio dell’Orchestra sinfonica di Boston, e fu poi revisionata nel 1949. I movimenti furono ridotti da 18 a 8 e la durata complessiva risultò dimezzata. La «Suite» concentra le caratteristiche musicali del balletto, esprimendo la quintessenza del cosiddetto “neoclassicismo” di Stravinskij, in realtà geniale gioco di metamorfosi che, senza alterare le linee melodiche dei brani antichi e attenendosi anche per i bassi allo stile del tempo di Pergolesi, deforma tutti gli altri parametri, creando qualcosa di assolutamente nuovo.
Opera di Firenze (Piazza Vittorio Gio Viale Fratelli Rosselli, 7)
Venerdì 20 febbraio, ore 20.30
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, direttore: Antonello Manacorda
Tenore: Anicio Zorzi Giustiniani – Mezzosoprano: Cristina Sogmaister – Basso: Alex Esposito
Richard Strauss
«Der Bürger als Edelmann» (Il borghese gentiluomo), Suite dalle musiche di scena, op. 60 TRV 228c
Igor’ Fëdorovič Stravinskij
«Pulchinella, ballet avec chant» nella versione per orchestra e voci soliste
Guida all’ascolto 45 minuti prima del concerto; orari biglietteria e vendita biglietti online sul sito dell’Opera di Firenze