Sanremo 2015: il trionfo di Carlo Conti. Che si smarca: nel 2016 andrò alle Maldive
SANREMO – E’ il vero trionfatore di Sanremo, Carlo Conti: ha chiuso un’edizione da record, con la media di ascolto più alta degli ultimi dieci anni – 10 milioni 837 mila spettatori con il 48.64% – e un saldo attivo da ben 6 milioni di euro. Ma proprio i numeri del trionfo lo spingono a riflettere su quel bis al festival che tutti, a cominciare dal dg Rai Gubitosi, invocano. Infatti lui glissa:”L’anno prossimo me ne vado alle Maldive: nel periodo del festival ho prenotato una settimana di vacanze”. Poi, per stemperare la pressione, aggiunge: “Credo sia prematuro parlare del futuro: datemi un mese di tempo. Orientativamente direi di no, credo sia impossibile per me fare meglio di questi numeri. Magari ci torno fra due, tre o vent’anni… Ne parleremo. Sanremo è la mia terza casa dopo Firenze e Roma, magari tornerò d’estate a godermi questo angolo di paradiso”.
Quindi spiega di non escludere una nuova esperienza come “direttore artistico” magari accanto a “un altro conduttore. Ognuno porta il suo mondo, le idee, la forza, l’energia”. “Conosco bene Carlo – gli fa eco il direttore di Rai1 Giancarlo Leone – e comprendo che proprio questo straordinario successo lo spaventi e lo spinga a prendersi del tempo per valutare pro e contro di un bis. Ma credo che alla fine prevarrà lo spirito aziendale”.
Sì, l’aziendalista abituato a presidiare i punti chiave del palinsesto, il mediano andato in gol, il cerimoniere della nuova tv nazional popolare, oggi rivendica di aver “dato un taglio alla Carlo Conti” a Sanremo, “realizzando un festival per la gente, per il pubblico”, “scegliendo brani che sono già nelle radio”, “dando spazio ai giovani in prima serata”, forse la sua soddisfazione più grande, e “approfittando della cassa di risonanza per aprire spunti di riflessione”, dalla centralità della famiglia – in versione nucleo da 16 figli o coppia insieme da 65 anni – a Sammy, il ragazzo affetto da sindrome da invecchiamento precoce. Ma Conti si è anche divertito a rappare con Will Smith, a gigioneggiare in dialetto siciliano con i coniugi Manenti, perfino a canticchiare: “Sono fiorentino, l’ho sempre fatto, anche a Tale e quale show o all’Eredità prendo in giro i concorrenti e poi torno sui binari. Con Will Smith è stato esilarante, abbiamo improvvisato tutto. Forse il palco dell’Ariston catalizza maggiormente l’attenzione, ma la spontaneità resta una cifra del mio stile. Non ho mai nulla di scritto, vado a braccio, perché viene tutto più facile e più bello”.
Della finale, vista da 11,8 milioni di italiani pari al 54% di share, porta nel cuore “la commozione per le letterine di saluto di Emma, Arisa, Rocio, splendide compagne di viaggio”, e la gioia, “più umana che professionale”, di aver ‘benedetto’ la rivincita di Panariello a Sanremo: “Giorgio aveva molti dubbi quando l’ho chiamato per invitarlo: questo palco gli ha dato soddisfazioni, ma anche molte preoccupazioni. E’ stato il riscatto: ha fatto il picco di ascolto (14,8 milioni di spettatori, ndr), ha proposto un intervento fantastico. Abbiamo macinato chilometri insieme, dalle feste dell’Avanti, dell’Amicizia, dell’Unità: ritrovarci qui dopo 30 anni è stata una soddisfazione gigante”.
La Rai è pronta a fargli una statua: “Al posto del cavallo di Viale Mazzini qualcuno vuol mettere me, Frizzi e Antonella Clerici”, scherza Carlo Conti. Ma a Sanremo penserà poi. Ora è ansioso di tornare ‘a casa’: “L’unica cosa che ho chiesto quando ho accettato di fare il festival è stata di riprendere subito L’Eredità: per me è fondamentale che gli italiani mi vedano come quello che torna ogni sera a cenare con loro”.