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Pubblica Amministrazione: i pensionati possono fare i commissari, dare consulenze, partecipare a commissioni

Il ministro Marianna Madia
Il ministro Marianna Madia

ROMA – Alcuni prefetti pensionati dal ministro Cancellieri nel 2012 – con un provvedimento poi giudicato illegittimo dal Tar del Lazio – hanno per qualche tempo fruito della possibilità di vedersi conferire incarichi retribuiti dal Ministero dell’Interno. E così come i prefetti molti altri dirigenti pensionati di altri ministeri. Adesso queste possibilità sono limitate da una disposizione del Governo Renzi che esclude l’attribuzione di determinati incarichi ai pensionati, pur conservando per loro il conferimento di consulenze, commissioni, commissariamenti ecc.

CIRCOLARE MADIA – È uscita infatti sulla Gazzetta Ufficiale la circolare del ministro Madia che dà istruzioni a tutte le amministrazioni pubbliche per applicare i divieti sul conferimento a pensionati di incarichi che consentano di svolgere ruoli rilevanti al vertice della P.A.
La circolare sottolinea come l’obiettivo non sia quello di “escludere la possibilità che i soggetti in quiescenza operino presso le amministrazioni” ma di evitare che il conferimento di incarichi a pensionati “sia utilizzato per aggirare” le regole sulla messa a riposo. E’ quindi, ad esempio, permesso lo svolgimento di incarichi o collaborazioni a titolo gratuito per un anno e sono fatte salve alcune situazioni, tra cui gli incarichi di docenza, nelle commissioni di concorso o nei comitati scientifici. Tra i ruoli consentiti c’è anche quello di commissario straordinario, nominato “per l’amministrazione temporanea di enti pubblici o per lo svolgimento di compiti specifici”.

GIOVANI – La circolare era stata firmata dal ministro più di due mesi fa, il 4 dicembre dello scorso anno, la registrazione della Corte dei Conti risale invece al 20 gennaio di quest’anno, però lo stop è efficace già a partire dal 25 giugno del 2014, quando è entrato in vigore il dl Madia che stabilisce i divieti. Il documento esplicita innanzitutto che lo spirito del provvedimento è di far largo ai giovani nei ranghi più elevati dell’amministrazione. Le novità infatti sono “volte a evitare che il conferimento di alcuni tipi di incarico sia utilizzato dalle amministrazioni pubbliche per continuare ad avvalersi di dipendenti collocati in quiescenza o, comunque, per attribuire a soggetti in quiescenza rilevanti responsabilità nelle amministrazioni stesse, aggirando di fatto lo stesso istituto della quiescenza e impedendo che gli incarichi di vertice siano occupati da dipendenti più giovani”. Visto che si tratta di posizioni alte, le nuove regole potrebbero comunque incidere sul ricambio dei vertici.

Nel dettaglio, le modifiche toccano qualsiasi pensionato, sia pubblico o privato, e interessano anche gli incarichi conferiti dai ministri. Inoltre, raccomanda la circolare, “le amministrazioni eviteranno peraltro comportamenti elusivi, consistenti nel conferire a soggetti prossimi alla pensione incarichi e cariche il cui mandato si svolga sostanzialmente in una fase successiva al collocamento in quiescenza”.

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