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Grosseto, il premio Monicelli a Verdone: dura protesta di Chiara Rapaccini

Mario Monicelli (al centro) con Chiara Rapaccini
Mario Monicelli (al centro) con Chiara Rapaccini

GROSSETO – Chiara Rapaccini, per 30 anni compagna del grande regista Mario Monicelli, maestro del cinema italiano e autore di capolavori come «La grande guerra» o «Amici miei», morto suicida il 29 novembre 2010 a Roma, ha clamorosamente protestato contro l’annuncio della consegna del premio cinematografico intitolato a Monicelli al regista e attore Carlo Verdone, il prossimo 7 marzo a Grosseto.

«Leggo che a Grosseto sarà festeggiato il mio compagno di una vita, Mario Monicelli, e il suo centenario, con una cerimonia in cui sarà premiato con il Premio Monicelli, Carlo Verdone – ha scritto Rapaccini in una lettera al Tirreno -. Salvo il rispetto e l’ammirazione per l’opera di Verdone, vorrei tornare a sottolineare come Brizzi, Scamarcio, Veronesi e Verdone non rappresentino se non in piccola parte, il pensiero e soprattutto il cinema di Mario, sempre al confine tra commedia umana, società e politica sofferta».

«Sono stata più volte interpellata per suggerire a Mario Sesti, organizzatore e direttore del Premio Monicelli, modalità e nomi per dare lustro e popolarità al Premio grossetano – afferma Rapaccini secondo quanto riporta Il Tirreno -. Ho chiesto che si tenesse conto del Monicelli pensatore rivoluzionario, attuale e, quel che più conta, amato dai giovani, più che all’autore di commedia tout court. Vorrei ricordare come Mario sia l’autore di film come ‘La grande Guerra’, ‘Vogliamo i colonnelli’, ‘Un borghese piccolo piccolo’ e ‘I compagni’, opera, quest’ultima, attualissima in un momento di grave crisi italiana in cui la spaccatura tra classe dirigente e classe lavoratrice è evidente e tremenda. Mario sarebbe stato attivo in questo malaugurato momento storico e avrebbe fatto sentire il suo dissenso».

«Il mio compagno e io abbiamo amato la Maremma e vi abbiamo vissuto felicemente per anni, ma ora ho l’impressione non gradevole che il suo nome e il ‘cappello’ di ‘anno monicelliano’, venga usato per scopi un pò ‘nazional popolari’» afferma ancora Chiara Rapaccini che ha sottolineato di «dissociarsi ufficialmente dal Premio Monicelli di Grosseto».

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