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Firenze, Mattarella, la tramvia: e qualche patema in più per gli addetti alla sicurezza

Il presidente Mattarella in tramvia a Firenze
Il presidente Mattarella in tramvia a Firenze

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in tramvia. Senza dubbio una notizia: anche perché era la sua prima visita ufficiale a Firenze. Una visita per la quale sono stati usati più mezzi di trasporto: il treno, la tramvia e l’automobile da Scandicci a Castelpulci, dov’è la scuola superiore della magistratura.

STILE – Il Capo dello Stato ci ha abituato fin dall’inizio a uno stile sobrio e contenuto, che a molti ha ricordato quello di un suo predecessore Sandro Pertini. Con una differenza però: Pertini sembrava molto più spontaneo nell’esibire tali comportamenti, mentre la condotta ‘semplice’ di Mattarella sembra più studiata e volta a catturare consensi, quasi in concorrenza con il successo riscosso da Papa Francesco proprio per questo motivo.

PANDA – La prima uscita dopo l’elezione, quando ancora non c’era stato l’insediamento, fu con una panda grigia di un familiare, diventata un’icona quasi più famosa della panda rossa del Sindaco di Roma Marino, collezionista di contravvenzioni. Successivamente l’attenzione sulla condotta del Presidente non è diminuita, anzi si sono levati peana osannanti della folla e della stampa per le passeggiate fino alla vicina Chiesa per udire la messa domenicale, per la sobrietà anche del vitto (un panino o un toast nel vicino bar) e dell’alloggio, una cameretta nella foresteria della Corte Costituzionale.

SPETTACOLO – Tutto questo rientra nella logica della politica spettacolo, alla quale purtroppo siamo adusi negli ultimi venti anni. I comportamenti normali dei vip e delle autorità vengono considerati come eccezioni e celebrati all’eccesso, anche contro la volontà degli stessi protagonisti.

FIRENZE – Prendiamo proprio il caso della visita di Mattarella a Firenze. Il trasferimento in treno nella nostra città è ormai una prassi normale, troppo comodo e veloce il viaggio in ferrovia rispetto a quello in auto. Anche il Presidente Napolitano, nelle ultime occasioni, è sempre giunto col Frecciarossa a Santa Maria Novella, senza creare problemi nè di cerimoniale nè di sicurezza.

TRAMVIA – Ma l’aspetto da considerare maggiormente è la decisione di Mattarella di trasferirsi dalla stazione a Scandicci con la tramvia. Si è trattato sicuramente di un esempio edificante, di un presidente che sceglie il mezzo pubblico come i comuni mortali, e per di più un mezzo ecologico da porre come esempio per lo sviluppo del trasporto urbano. E infatti i politici nostrani (Sindaco Nardella e Governatore Rossi) hanno esultato per questa scelta. Nardella ha giustamente dichiarato di essere fiero che il Presidente utilizzasse la tramvia, mentre Rossi ne ha approfittato per fare un altro spot in previsione delle elezioni regionali: affermando che la Regione Toscana ha da tempo privilegiato i mezzi ecologici anche per il trasporto dei politici e degli amministratori.

SICUREZZA – Ma torniamo alla visita del Presidente. Ho già sottolineato gli aspetti positivi di questo comportamento: atteggiamento democratico, utilizzo di mezzi pubblici, come un normale cittadino, preferenza per mezzi ecologici (treno e tramvia). Notiamo però anche gli aspetti negativi. Innanzitutto le cronache ci dicono che alcuni cittadini, alla fermata della tramvia alla stazione, volevano salire sul convoglio, ma sono stati ovviamente dissuasi per ragioni di sicurezza. Il tragitto è stato certo sicuro, ma lo sarebbe stato anche più se il Presidente avesse utilizzato l’auto presidenziale, che lo avrebbe condotto direttamente a Castelpulci senza la necessità di tre trasbordi intermedi. Che ovviamente creano preoccupazione per gli addetti alla sicurezza. Senza contare che non c’è stato neppure un risparmio per il mancato utilizzo delle vetture per Presidente, autorità e seguito. Un corteo motorizzato ha dovuto comunque portare tutte le personalità dal capolinea della tramvia fino all’ex manicomio di Castelpulci, sede prestigiosa della scuola superiore dei magistrati.

FORMALITÀ – Osservo che un Capo dello Stato può senza dubbio indulgere al rifiuto delle formalità e degli orpelli, ma rifletto che sia anche suo preciso dovere, nelle manifestazioni ufficiali, rappresentare degnamente la Repubblica. In tali occasioni, spesso, la forma costituisce anche sostanza. Senza dimenticare una circostanza essenziale: una personalità soggetta a protezione deve cercare sempre e comunque di facilitare la difficile opera delle Autorità di pubblica sicurezza che si preoccupano della tutela, anche rinunciando a qualche atteggiamento troppo popolare.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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