Mattarella da Firenze ai magistrati: «Né protagonisti né burocrati» (VIDEO)
SCANDICCI (Fi) – Al magistrato si richiede un «compito né di protagonista assoluto nel processo né di burocratico amministratore di giustizia». Parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che stamani a Scandicci ha inaugurato i corsi dell’anno 2015 alla Scuola Superiore di Magistratura. Nella giornata, forse non a caso, del 25° anniversario della morte del presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Il magistrato – ha ricordato Mattarella – deve avere «una costante tensione culturale che trova fondamento in studi ed aggiornamenti continui, ma si nutre anche di una profonda consapevolezza morale della terzietà della funzione giurisdizionale, basata sui principi di dell’autonomia e dell’imparzialità». Perché «l’alto livello di preparazione professionale rappresenta la struttura portante su cui si regge l’indipendenza della magistratura». E ha citato infine il monito di Piero Calamandrei: «Il pericolo maggiore che in una democrazia minaccia i giudici è quello dell’assuefazione, dell’indifferenza burocratica, dell’irresponsabilità anonima».
Scarica qui il testo integrale dell’intervento del presidente Mattarella.
Un discorso breve (non più di 10 minuti) quello di Mattarella che ha chiuso la cerimonia di inaugurazione dell’ «anno accademico» dell’Istituto di formazione dei magistrati italiani. Al suo arrivo era stato accolto, oltre che dalle autorità, anche dal coro «Flampercussione» della scuola media «Enrico Fermi» di Scandicci. All’interno un centinaio di persone tra autorità e ospiti. Circa il doppio quelle impegnate globalmente tra sicurezza e scorte.
Presente anche il presidente del Senato Pietro Grasso, prima di Mattarella avevano parlato il ministro della Giustizia Andrea Orlando (che era arrivato da Roma con Mattarella a bordo di un treno Frecciargento e poi a Scandicci con la tramvia dalla stazione di santa Maria Novella) e il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che nel suo intervento ha apprezzato quello che ha definito il difficile e quotidiano dialogo tra governo e Csm sui temi dell’ «innovazione» in materia di giustizia.
Il saluto agli ospiti è stato dato dal presidente della Scuola Superiore della Magistratura Valerio Onida («cui mi legano rapporti personali di conoscenza e stima profonda» ha detto dopo Mattarella nel suo intervento), che non ha mancato di mettere in luce le necessità di una struttura, attiva da tre anni, ma ancora in parte incompleta. «Sarebbe necessario poter restaurare – ha detto Onida – un vicino complesso architettonico nella vicina Badia a Settimo, (si tratterebbe dell’Abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo n.d.r.) «la cui trasformazione in residenza destinata alla Scuola potrebbe risolvere nel modo migliore il problema dell’ospitalità delle migliaia di magistrati che la frequentano per brevi periodi tutto l’anno. Problema che oggi affrontiamo, non senza difficoltà e inconvenienti, delle strutture alberghiere dell’area fiorentina, non scarse ma la cui disponibilità, ai livelli di costo per noi sostenibili, è fortemente condizionata nelle stagioni del massimo flusso turistico».
Istituita nel 2006 ma di fatto inaugurata il 15 ottobre 2012 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la Scuola Superiore della Magistratura (Ssm) di Scandicci svolge in modo esclusivo la formazione nazionale dei magistrati. Nel 2013 sono stati organizzati 78 corsi ordinari di «formazione permanente», con l’impiego di oltre 850 formatori provenienti dalla magistratura, dall’avvocatura e dall’università. Nel 2014 sono si sono svolti 91 corsi di formazione permanente. Per il 2015 ne sono previsti 106 ai quali sono stati ammessi 6330 magistrati togati.
Il complesso di Castel Pulci risale al XIII secolo. Nato come fortezza, comprende oggi la villa di epoca settecentesca e il limitrofo oratorio di Sant’Jacopo. È circondato da uno scenografico viale di cipressi, detto il «Viottolone», da cui la località prende il nome. Dagli originari proprietari, la famiglia Riccardi, la villa passò a metà dell’800 al demanio. Fu data in affitto all’Istituto fiorentino della Santissima Annunziata e destinata a «ricovero dei dementi», per risolvere i problemi di spazio dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Castel Pulci rimase con tale destinazione fino al 1973. Dopo oltre trenta anni di chiusura e le alterne vicende che si sono susseguite per definirne una nuova destinazione d’uso, la Villa di Castel Pulci è stata completamente restaurata e adibita a polo formativo del Ministero della Giustizia.