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il governatore della Toscana Enrico Rossi

Toscana, cave di marmo: concessioni più lunghe alle imprese che daranno più lavoro

Brilla ancora l'export del marmo di Carrara
Brilla ancora l’export del marmo di Carrara

FIRENZE – Nella gestione del paesaggio della Toscana, uno dei più belli e noti al mondo, da una parte, dice lui, «c’è chi vuol far come gli pare». E dall’altra «chi vorrebbe bloccare tutto». E lui, appunto, si auto colloca nel mezzo: è il governatore toscano Enrico Rossi, che ha illustrato il piano regionale del paesaggio da portare presto, ai primi di marzo, in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.

ROSSI E MARSON – Con un apposito emendamento del Pd, ed una legge ad hoc, Rossi ritiene di aver raggiunto il «punto di equilibrio avanzato» per porre fine alle polemiche sulle cave di marmo di Carrara e delle Alpi Apuane, il cuore stesso del Piano, che ha costretto il governatore alla tessitura di una lunga mediazione in primo luogo con il suo assessore all’Urbanistica, Anna Marson. La quale, spiega Enrico Rossi, «è un bravissimo tecnico, ma è impolitico» mentre lui, il presidente, è un «politico». Miscelate un politico di razza, come Rossi, e un tecnico di levatura, come Marson, e otterrete il «punto di equilibrio avanzato», è il senso del discorso del governatore.

SOPRA I 1200 METRI – «Sopra i 1200 metri non saranno possibili nuove cave di marmo – ha spiegato il presidente della Toscana, illustrando il Piano – ma sarà possibile possibile intervenire su quelle esistenti a condizione che questo sia funzionale a un piano di recupero».

SOTTO I 1200 METRI – Un’apposita commissione di livello regionale, prevista dalla legge sulle cave, «si assumerà la responsabilità di dire dove intervenire» per le attività estrattive sotto i 1200 metri.

AMPLIAMENTI AL 30% – Per tutto il resto del territorio «sono possibili ampliamenti delle cave fino a un massimo del 30%, dentro a un perimetro già autorizzato entro un tempo massimo di tre anni». Secondo Rossi, «gli ampliamenti non devono però costituire una variante sostanziale, ovvero prevedere l’apertura nuovi fronti, ingressi o gallerie. Altrimenti – ha detto ancora – bisogna chiedere la valutazione del paesaggio». Previsto inoltre lo strumento del piano attuativo di bacino che «sarà un piano particolareggiato delle cave, che, ad esempio, stabilisce dove passano strade, e individua i bacini di accumulo».

SVILUPPO DEL LAVORO – Con la legge sulle cave invece, ha proseguito Rossi, «diciamo ai cavatori che se sono in grado di presentare, entro due anni, un piano industriale con lo sviluppo della filiera e la lavorazione marmo in loco per dare slancio all’occupazione, noi siamo disponibili a prorogare le autorizzazioni, fino a un massimo di 7-9 anni». «Proporremo ai cavatori un patto, chiedendo che vi aderiscano entro sei mesi. Se le aziende non aderiscono a questo ‘patto’ – ha detto ancora -, le concessioni andranno a gara». Il governatore ha infine spiegato che ci sarà un monitoraggio di questi piani e per questo saranno previsti degli «ispettori regionali che controlleranno il rispetto delle concessioni».


Domenico Coviello

Giornalista

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