Ue, economia, Draghi: dal 9 marzo via al Quantitative Easing. La Bce comprerà titoli di stato per 60 miliardi al mese
NICOSIA – Il 9 marzo partirà il quantitative easing. Sono 60 miliardi al mese riversati sul mercato. Iniezione che dovrebbe servire a far ripartire l’Europa e non a finire nei forzieri delle banche. Si tratta, in parole semplici, di acquisti di titoli di Stato da parte della Bce sul mercato secondario. Mario Draghi, nella conferenza stampa successiva alla riunione del consiglio dei governatori, che si è tenuta a Nicosia (Cipro) ha precisato che proseguiranno gli acquisti di covered bond e Abs già avviati dall’Eurotower. Il Consiglio direttivo dell’istituto centrale ha deciso di lasciare invariato il tasso di interesse principale di Eurolandia allo 0,05% dopo il taglio operato a settembre. Il programma di sostegno all’economia, già dettagliato nelle scorse settimane, prevede dunque l’acquisto di circa 60 miliardi al mese di titoli. Fermo anche il tasso sui depositi che resta negativo a -0,20%. Invariato il tasso marginale allo 0,20%. Dopo l’intervento a Nicosia di Mario Draghi, lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi torna a 97 punti, il minimo dal maggio 2010. Il rendimento all’1,36%. Il tasso dei Bonos decennali scende all’1,29% a fronte di un differenziale con i Bund a quota 91 punti.
BCE – La politica monetaria espansiva della Bce “sta già procedendo significativi effetti positivi” sull’economia dell’Eurozona. «Gli ultimi dati e in particolare quelli relativi a febbraio indicano un qualche miglioramento dell’economia. In prospettiva ci aspettiamo che la ripresa economica si allarghi e si rafforzi gradualmente», ha osservato Draghi. «Il basso livello del prezzo del petrolio dovrebbe continuare a fornire supporto al reddito reale delle famiglie e alla redditività aziendale – ha aggiunto -. La domanda domestica dovrebbe essere supportata ulteriormente dalle nostre misure di politica monetaria che conducono a un rafforzamento duraturo delle condizioni finanziarie». Draghi ha citato, ad esempio, l’abbassamento dei costi di finanziamento, sia per gli Stati che per i privati, a partire dall’allentamento delle condizioni del credito per famiglie e imprese. L’euro tocca un minimo dal settembre 2003 a 1,005 dollari, sulla scia delle dichiarazioni di Draghi, il quale annuncia il via del QE a partire dal 9 marzo fino al settembre 2016. Ora la moneta comune passa di mano a 1,1020 dollari e a 132,28 yen, dopo un minimo di seduta di 132,11 yen. A quota 120.04 il cambio dollaro/yen.
CRESCITA – La Banca centrale europea ha poi rivisto al rialzo le sue previsioni sulla crescita: nel 2015 il pil salirà dell’1,5%, nel 2016 dell’1,9% e nel 2017 del 2,1%. Rispetto alle previsioni di dicembre, sono stati migliorate le stime per il 2015 e 2016 che in precedenza erano a +1 e +1,5%. Per quanto riguarda l’inflazione, la Bce prevede una crescita su base annua pari a zero nel 2015 per poi salire a 1,5% nel 2016 e a +1,9% nel 2017.
GRECIA – Per quanto riguarda la Grecia Draghi ha ribadito che «la Bce deve rispettare le proprie regole e il propri Statuto» e «non può finanziare» direttamente la Grecia. La Bce «è la prima ad auspicare di riprendere il finanziamento all’economia greca a condizione che tutte le condizioni siano riunite. La Bce in base ai trattati ha un «divieto di finanziamento monetario», sia diretto che indiretto, cioè quando «le banche portano garanzie alla Bce per comprare titoli di Stato», ha aggiunto Draghi, asciando intendere che non alzerà a oltre 15 miliardi il tetto alle emissioni a breve di Atene.
La Bce comprerà titoli di Stato con rendimento negativo, ma non al di sotto del tasso sui depositi, pari allo 0,2%, ha precisato Draghi, ponendo di fatto un tetto agli acquisti di titoli con rendimento negativo come quelli tedeschi.