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Admin Ajax.php?action=kernel&p=image&src=%7B%22file%22%3A%22wp Content%2Fuploads%2F2015%2F03%2FMaltempo A Pistoia

Maltempo, Toscana: 400 milioni i danni del vento. Il settore florovivaistico è in ginocchio. Devastati i giardini patrimonio dell’Unesco e la Versiliana

Albero crollatoFIRENZE – Secondo il governatore, Enrico Rossi, la Toscana avrebbe patito un danno da 400 milioni. Ma forse è una cifra per difetto perché le organizzazioni degli agricoltori (Cia, Coldiretti, Confagrilcotura) stimano che i danni alle serre e alle coltivazioni superino i 300 milioni. E alle voci legate all’economia e alle produzioni bisogna aggiungere anche quell’altra voce, più segreta ma fondamentale per questa regione, che si riferisce ai danni subito dal patrimonio d’arte e cultura per cui Firenze e la Toscana, da sempre, sono quello che sono e contano quello che contano. La Versiliana, i giardini di Boboli e delle ville medicee della Petraia e di Poggio a Caiano, la chiesa del Michelucci, dedicata a San Giovanni Battista, sull’autostrada del Sole, la casa di Piero della Francesca in provincia di Arezzo sono soltanto alcune delle voci tristi di questo bilancio destinato ancora a crescere, via via che andranno avanti i lavori di ripristino e di smussamento dei detriti.

BEI – Intanto, il giorno dopo l'”uragano” e la tempesta di vento con raffiche e punte massime fino a 160 chilometri all’ora (e addirittura duecento in Lunigiana), il presidente della Regione, Enrico Rossi (dopo un giro nella zona dei vivai a Pistoia e nel Mugello a Scarperia e prima in Versilia e in particolare a Camaiore, Pietrasanta, Forte dei Marmi e Querceta) ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Tornando su un suo vecchio pallino: la necessità di poter prevedere anche tempeste di vento e comunque di poter contare su allerta meteo più preciso e puntuale. Poi ha detto che la Regione, oltre che al governo, chiederà aiuto alla Bei, la banca europea degli investimenti per venire incontro alle necessità delle aziende devastate. Quindi ha affermato: “I sindaci stanno facendo le prime stime: qualcuno ci ha informato che non ha ancora gli elementi”. Balla la cifra di 400 milioni: 300 all’agricoltura e 100 ai comuni. Ma siamo ancora ai cazzotti in cielo. Infatti il governatore aggiunge: “Quel che è certo è che l’uragano che abbiamo avuto non ha solo spettinato i capelli e buttato già qualche pino. Ha avuto un impatto forte sull’economia. Però ho visto una grande reazione e tanta solidarietà” dice Rossi. Certo rimangono i chilometri e chilometri di devastazione e serre sfondate e scoperchiate che sfilano lungo l’autostrada passando tra Prato e Pistoia. Rimangono le colline pelate dagli alberi a ridosso della Versilia, le pinete lungo il mare devastate o i giardini di Scarperia in Mugello che si sono fatti d’un tratto brulli. Immagini che il presidente si porta dentro dopo il primo giorno e mezzo di sopralluoghi.

POMPIERI – I vigili del fuoco oggi hanno concluso, alle ore 18, poco meno di 600 interventi ma le richieste che pervengono alle sale operative continuano ad aumentare. Le operazioni di soccorso proseguiranno ininterrottamente per tutta la nottata. Il dispositivo di soccorso messo in campo dai comandi provinciali, con il personale in turno ordinario, con quello trattenuto in servizio e con l’aggiunta delle otto sezioni operative di colonna mobile giunte da alcuni comandi del nord Italia, ammontava a 678 unità.

FLOROVIVAISMO – Raggiungerebbero i 300 milioni i danni del settore florovivaistico. Con il 30% delle aziende del territorio pistoiese, della provincia di Prato e della Versilia che rischia di non riaprire. Il bilancio è stilato da Confagricoltura, Coldiretti e Cia, il giorno dopo l’ondata di vento. “Facendo una stima che ancora non può dirsi definitiva – spiegano le tre associazioni – possiamo affermare che è a rischio un indotto che si aggira intorno ai 6 mila lavoratori. Molte aziende del territorio hanno subito danni superiori all’80%”. Nella provincia di Pistoia sono 1.300 le aziende di florovivaismo attive che occupano una superficie di oltre 6 mila ettari con un indotto di circa 12 mila lavoratori. Secondo le associazioni è stata colpita duramente anche la floricoltura in

Versilia: oltre l’80% delle serre sono state danneggiate o distrutte. Situazione simile per le serre di Prato.



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