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Sicurezza e degrado urbano: Alfano e Fassino annunciano più poteri per i sindaci

I sindaci, con in testa quello di Roma, Ignazio Marino – da sempre in polemica con il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro – , chiedono più poteri di sicurezza contro il degrado urbano, e il ministro Alfano è pronto ad accontentarli. Il ministro ha incontrato il Presidente dell’Anci, Piero Fassino per discutere del problema. Dai muri imbrattati dai writers alla battaglia contro i parcheggiatori abusivi fino alla contraffazione delle merci e al «racket dell`accattonaggio e della carità». Sindaci e Viminale stringono una santa alleanza e propongono una strategia comune. Alfano e Fassino hanno concordato di accelerare l’elaborazione di un piano per avere città più sicure.

ALFANO – Secondo il ministro servono «più poteri alle forze di polizia e alla magistratura, con norme più severe per il decoro urbano e contro il degrado, e più poteri ai sindaci, attraverso l`ordinanza, per intervenire sul territorio». Alfano ha annunciato in tempi brevi un disegno di legge che ha per obiettivo città più sicure, in senso lato. Non si tratta, infatti, di rafforzare solo i controlli, con una sinergia profonda tra forze di polizia e polizia urbana, ma anche di garantire il rispetto delle regole, a partire da quelle sul decoro urbano.

FASSINO – La sicurezza urbana «è una priorità», gli ha fatto eco Fassino, ed è importante «concordare una strategia comune tra Stato e poteri locali». E ha confermato che Anci e ministero dell`Interno sono al lavoro «da mesi» per la stesura di un disegno di legge che preveda anche nuove fattispecie di reato. Fassino, a nome dei sindaci italiani, ha dunque condiviso la linea del governo e ha spiegato anche che nel corso del vertice sono stati affrontati due temi specifici «come la gestione dei flussi dei profughi che sono particolarmente alti e su cui vogliamo migliorare la cooperazione tra organi dello Stato e i Comuni e quello dei rom che investe le grandi città».

ACCATTONAGGIO – Tra i temi emersi c’era anche «la lotta al racket dell`accattonaggio e della carità». Su quest`ultimo punto si sono subito levate le proteste del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), secondo cui siamo di fronte a propositi «preoccupanti». Secondo il Coordinamento necessario «ribadire con forza che chiedere la carità non solo non è reato, ma non è nemmeno un comportamento da stigmatizzare. Piuttosto servono politiche di aiuto a persone in condizioni spesso difficili». A parte il fatto che la lotta preannunciata non è contro l’accattonaggio, ma contro il racket dell’accattonaggio, è pienamente comprensibile che le comunità d’accoglienza, che campano proprio sugli aiuti forniti da Stato e enti locali per assistere questi soggetti, temano di perdere una lucrosa fonte di sostentamento.

Vedremo che esito avranno le nuove iniziative. Già ai tempi di Maroni ministro dell’interno la Lega promosse i poteri rafforzati ai sindaci, con l’attribuzione di emanare ordinanze extra ordinem in questo campo. E vennero fuori le ordinanze più astruse ed inefficaci. Così nel tempo si è ritornati ancora una volta a ricorrere all’azione di prefetti e forze dell’ordine. Adesso il governo dei sindaci (Renzi e Delrio) torna a puntare sui primi cittadini. Vedremo senza dubbio i benefici effetti di questa importante iniziativa.

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