Riforma delle Province: i ritardi delle regioni e i problemi che angosciano il personale
ROMA – Due rappresentanti del governo sono intervenuti sul tema scottante della riforma delle province e delle città metropolitane che non decolla.
BARETTA – Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta , torna sul problema della ricollocazione dei dipendenti delle province: “Diciamo che 8mila persone che lavoravano ai servizi per l’impiego verranno trasferiti all’Agenzia nazionale per il lavoro, mentre 2/3mila vigili continueranno a fare quello che hanno sempre fatto con un altro ‘capo’”. Ne restano 10mila, e “un conto è spostare un dipendente della Provincia in Regione con le stesse identiche funzioni, un altro è cercare un lavoratore con competenze molto specifiche”. Baretta spiega che “bisogna prima definire le competenze che verranno trasferite dalle Province alle Regioni e risolvere il nodo risorse”, perché “gli enti che ricevono le persone vorrebbero avere in dote anche risorse finanziarie. Ma non ci sono a causa dei tagli”.
DELRIO – Il sottosegretario Graziano Delrio punta invece l’indice contro le Regioni, ancora in buona parte inadempienti, con la Toscana fra le poche eccezioni: “Con le leggi di riordino le Regioni devono riprendersi le competenze che non vogliono lasciare alle Province definendo le risorse: il personale e i costi finanziari. Le leggi di riordino sono state fatte da 12 regioni su 15 ma solo la Toscana l’ha fatta completamente”. “Lo Stato ha lasciato due competenze alle Province: strade provinciali e scuole. Le altre sono in capo alle Regioni. Per questo la riforma ha qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia, le Regioni avrebbero dovuto definire con atti ufficiali le loro competenze entro fine dicembre”, spiega Delrio.
COSTI – “Fino ad ora alcune competenze delle Regioni erano esercitate dalle Province senza finanziare per esempio i costi del personale: da qui nasce qualche inghippo sul loro calcolo. Quindi la chiarezza sulle funzioni diventa chiarezza sui costi”, prosegue il sottosegretario. I costi per le Regioni “sono chiari e legati alle responsabilità assunte”. Con la riforma delle Province “in Finanziaria è calcolato un miliardo di euro di risparmi nel 2015, grazie al riordino delle competenze e alla fine delle sovrapposizioni di servizi con altri enti”, sottolinea Delrio. “Questa è la risposta migliore a chi diceva che non si sarebbe ottenuto alcun risparmio”.
Al di là delle previsioni della legge finanziaria i conti si fanno alla fine. Province e città metropolitane stanno chiedendo sempre nuove risorse per poter funzionare e dare i servizi ai cittadini. Chissà se il miliardo che il Governo prevede di risparmiare resterà in cassa alla fine dell’anno, o se sarà volatilizzato, come probabile, dai sempre voraci enti locali.