
Pistoia, le ferite del maltempo: vivai e boschi in ginocchio. Reportage dall’elicottero della Forestale (VIDEO-FOTO)
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PISTOIA – L’elicottero «Eagle 21» del Corpo Forestale dello Stato si è appena alzato in volo sul cielo di Pistoia. «Ci vorranno almeno altri 50 anni per recuperare il patrimonio boschivo di questa provincia decimato dalla bufera di vento del 5 marzo» commenta, accanto al cronista di FirenzePost, il commissario capo Fernando Baldi che sta effettuando un nuovo sopralluogo sulle zone più colpite dal maltempo. Lui è un tecnico, ma è anche pistoiese: non lo dice, ma soffre dentro di sé, da forestale e per la sua città.
«Si tratta nella maggior parte – precisa Baldi – di impianti ‘artificiali’ cioè di alberi piantati almeno mezzo secolo fa. La loro funzione, ora pressoché annullata, aveva almeno tre funzioni: produzione di legname destinato al riscaldamento e alla lavorazione, protezione dell’ambiente e naturalmente tutela del paesaggio. Tre valori irrinunciabili di cui Pistoia sentirà la mancanza a lungo».
I piloti dell’elicottero del Centro Operativo Aereo di Cecina (l’ispettore Carlo Dainelli e il sovrintendente Luca Bigioli, coadiuvati dai tecnici Assistente Capo Mario Menga e Agente Scelto Lucio Colasanto) si portano prima sulla verticale del centro storico cittadino: chi cammina per strada non può notare le ancora tante «ferite» cittadine di alberi caduti nei cortili degli stabili: dall’alto, come dimostra il fotoservizio del nostro Giacomo Morini, è come una città che ancora sta soffrendo.
Un passaggio sopra i vivai soprattutto nella zona est verso Prato, fa vedere la voglia di ripresa e di ricostruzione. Piante colpite a morte, serre ancora distrutte ma anche voglia di rimboccarsi le maniche e di fronteggiare l’emergenza.
Si punta verso la Valdinievole, dove in collina il vento non ha risparmiato nessuno. Piante di conifere stese a terra come fuscelli, anche in quota, abitazioni che per giorni sono rimaste al buio e al freddo. Come quella di Acquerino e Marliana, alcune delle zone più colpite dal maltempo, dove ha trovato la morte un uomo che aveva acceso un generatore di energia elettrica per scaldarsi e che invece è rimasto ucciso (con 5 dei suoi 9 cani) dal monossido di carbonio uscito dallo scarico.
Tutto quel legname che veniva prodotto sarebbe potuto servire non solo ai mobilifici ma anche all’edilizia per fare travi per i tetti. Ora, al massimo, servirà a scaldare qualche caminetto.
«L’emergenza non è finita – commenta a terra il commissario capo Baldi – tutto il personale della Forestale è stato impiegato per fronteggiare le prime necessità, compreso chi lavora negli uffici e tecnici esterni. Impossibile fare ancora una stima dei danni, ma quello che ci preoccupa non è tanto l’emergenza quanto il futuro dei nostri boschi». Che, se non si interviene prontamente, rischiano di restare vittima dei primi incendi estivi e di non riuscire più a fare argine alle piogge torrenziali, che, con sempre maggiore frequenza, colpiscono la Toscana.
FOTO SERVIZIO: Giacomo Morini
IN VOLO SULL’ELICOTTERO «EAGLE 21» (VIDEO)
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