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Furti e rapine in casa: il governo (speriamo sia vero…) dice di voler raddoppiare le pene

Furto in abitazione
Furto in abitazione

Il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, giovedì 12 marzo ha approvato in via definitiva lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Che si determina valutando anche l’esiguità del danno o del pericolo e la non abitualità del comportamento dell’autore. In tal caso lo Stato, per valutazione del giudice, rinuncerà ad applicare una pena per attuare una tutela risarcitoria e/o restitutoria tipicamente civile. Abbiamo già espresso le nostre valutazioni e i nostri dubbi: il provvedimento comprende anche il furto semplice, un reato odioso per la nostra comunità. Questa deve essere stata anche l’immediata sensazione anche di alcuni politici, stando alle dichiarazioni, innegabilmente contraddittorie rispetto a quanto deciso pochi minuti prima, rilasciate da qualche Ministro. Che ha proclamato l’intenzione del Governo, espressa nello stesso Consiglio, di aumentare le pene per furti in casa e rapine. Di tale decisione peraltro non c’è traccia nel comunicato stampa ufficiale di Palazzo Chigi.

CENSIS – Quest’improvvisa solerzia sembrerebbe partire dalla lettura dei dati riportati nell’ultima indagine del Censis, che ha certificato un aumento record dei furti in abitazione, più che raddoppiati negli ultimi dieci anni (+127%). In Italia viene svaligiata una casa ogni due minuti. Asti, Pavia e Torino le province più colpite. Il fenomeno,secondo i dati del Censis, risulta in forte crescita a Milano (+229% tra il 2004 e il 2013), Firenze (+177%), Roma (+120%) e Bologna (+104%). Firenze quindi si piazza, nel decennio, al secondo posto fra le grandi città in questa poco rassicurante classifica.

COSTA – Il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, consapevole (finalmente) della situazione, ha dichiarato: «Negli ultimi dieci anni i furti in casa sono più che raddoppiati, passando dai 110 mila denunciati nel 2004 a 251 mila dell’anno scorso. Sono 689 al giorno. Leggendo questi dati del Censis la preoccupazione è inevitabile. E perciò il governo Renzi ha deciso di intervenire. Al più presto, io e il ministro Andrea Orlando presenteremo un emendamento al ddl di riforma del processo penale per innalzare le pene minime del furto in casa e della rapina». E prosegue: «E’ indispensabile alzare i minimi edittali altrimenti si verifica il fenomeno della porta girevole: le forze di polizia con grande fatica arrestano i responsabili, ma siccome il minimo della pena è bassissimo sono immediatamente fuori. Oltre alla pena minima, peraltro, occorre intervenire anche sul meccanismo delle aggravanti e delle attenuanti, vietando il bilanciamento».

ALFANO – Quindi sembrerebbe che il governo, folgorato sulla via di Damasco, intenda cambiare regime: per il furto in abitazione la pena minima dovrebbe passare da 1 a 3 anni, la massima da 6 a 8. Per il furto aggravato in abitazione la minima salirebbe da 3 a 4. Per la rapina, ugualmente da 3 a 4. Per la rapina aggravata, da 4 a 5. Con il ritocco delle pene minime diventerà molto più difficile usufruire della sospensione condizionale della pena. E la conferma arriva anche da Alfano che in tweet annuncia che le pene per i furti in appartamento verranno raddoppiate e che «c’è già l’ok del Cdm».

Mentre diminuiscono quasi tutti i reati, esplodono dunque i numeri del furto in appartamento. È una controtendenza di cui il Governo sembrerebbe consapevole, tanto che si dichiara intenzionato, a parole, a invertirla al più presto. Speriamo che i fatti seguano immediatamente, che le intenzioni si traducano in provvedimenti stringenti e non aggirabili da avvocati abili e da giudici di manica larga. Il furto in casa costituisce la violazione più drammatica e violenta della nostra intimità. Finalmente il Governo potrebbe abbandonare il buonismo abituale e correre ai ripari. Meglio tardi che mai.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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