Firenze, Tav: l’ex manager Ercole Incalza avrebbe indicato a Lupi il suo successore
MILANO – A fine dicembre scorso, Ercole Incalza, ex manager del Ministero delle Infrastrutture arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Firenze sulle grandi opere, si sarebbe attivato, anche dopo averne parlato con l’ormai ex ministro Maurizio Lupi, affinché Paolo Signorini prendesse “il suo posto formalmente” nella “Struttura tecnica di Missione” del dicastero, incarico ricoperto tuttora da Signorini. Lo scrive la Procura di Firenze negli atti depositati dell’indagine.
Con l’inizio di quest’anno, infatti, come emerge dagli atti, Incalza è decaduto dal ruolo di responsabile della struttura tecnica del Ministero, perché “forzatamente messo in pensione” in base alla legge Madia. Il progettista Stefano Perotti, anche lui arrestato, intercettato il 26 dicembre scorso descrive, però, l’uscita dalla struttura ministeriale di Incalza come una “mera operazione di facciata”. Secondo le indagini, infatti, Incalza è sempre rimasto come uomo ‘ombra’ nella gestione degli appalti delle grandi opere. Non poteva, tra l’altro, come spiega Perotti intercettato, rimanere nella struttura ministeriale senza compensi, perché, sempre secondo il progettista, il suo ragionamento sarebbe stato “se rimanessi gratis mi direbbero che a maggior ragione sono là per rubare”.
Il 13 dicembre, intanto, Incalza aveva telefonato a Signorini per dirgli, come riassunto dai pm, che era “riuscito ad ottenere la conferma della Struttura tecnica di Missione: “I soldi li abbiamo difesi – diceva – e anche la struttura tecnica di missione”. Importante, infatti, per Incalza, secondo i pm, era “assicurare la continuità” e che il “suo posto” venisse “preso da Signorini”. Sempre Incalza in un’altra telefonata affermava: “E’ bene che rimanga Signorini”.