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Aeroporto di Firenze al centro del dibattito politico

Tasse locali: spunta un’addizionale di due euro su ogni biglietto aereo. Nardella, sindaco di Firenze, è entusiasta

L'aeroporto di Firenze
L’aeroporto di Firenze

ROMA – Le fameliche fauci degli enti locali si sono recentemente arricchite delle nuove città metropolitane, i cui sindaci sono andati in processione a chiedere finanziamenti al Governo. In particolare all’Anci è piaciuta l’idea d’introdurre una nuova addizionale di due euro sui biglietti aerei negli aeroporti delle città metropolitane.

FIRENZE – Il sindaco di Firenze Dario Nardella, uno dei questuanti, ha definito l’airport tax «un’ipotesi praticabile», sostenendo che «tutti i sindaci metropolitani sono d’accordo nell’applicarla». Il vantaggio, a suo parere, è quello di essere un’imposta che non pagano i residenti sulla falsariga dell’imposta di soggiorno degli alberghi. Ma è ovvio che paga chi vola: quindi anche i fiorentini. Che a loro volta, quando dormono in un albergo di un’altra città pagano la tassa di soggiorno. Morale? Lavoriamo dieci mesi l’anno per lo Stato e nemmeno due per sostenere la famiglia. Nessuno dice basta? Una volta ci si aspettavamo almeno promesse in campagna elettorale, ora non si cambia nulla nemmeno con il voto…

ROMA – Anche il sindaco di Roma Ignazio Marino, approva l’idea, perché in questo modo si potrebbe assicurare all’incirca 43 milioni (con l’addizionale di 2 euro) corrispondenti a circa la metà dei tagli previsti a carico della città metropolitana. Questa addizionale peraltro avvantaggerebbe meno Firenze e Napoli, le altre due amministrazioni più penalizzate dalla riduzione dei trasferimenti, a causa dei più modesti volumi di traffico dei rispettivi scali. Il capoluogo toscano incasserebbe appena 2,3 milioni a fronte di tagli per 26, 5,6 contro 65,7 quello campano.

TRASPORTI – L’intera filiera delle aziende del trasporto aereo contesta la proposta dell’Anci. La nuova imposta, secondo una dura nota congiunta siglata da Iata, Assaereo, Ibar e Assaeroporti, rappresenterebbe infatti «l’ennesimo balzello sui passeggeri che si aggiunge a quelli introdotti negli ultimi anni, con finalità spesso del tutto estranee al trasporto aereo. Due euro su ogni partenza produrrebbero circa 150 milioni in più di imposte che andrebbero a gravare «su un settore che già soffre di una strutturale crisi di sostenibilità da cui è derivata la perdita di migliaia di posti di lavoro». Secondo le stime della Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo, la airport tax «determinerebbe una riduzione della domanda dello 0,7%, una conseguente riduzione di 414.000 passeggeri l’anno, una riduzione del Pil di circa 53 milioni con effetti a catena sull’intera filiera del turismo».

TURISMO – Anche dal fronte del turismo infatti arrivano forti proteste. Renzo Iorio, presidente di Federturismo-Confindustria spara a zero: «Non si può ricorrere sempre al turismo come area di imposizione fiscale ogni volta che ci sono buchi nei bilanci locali da coprire».

Sembra che la proposta Anci, subito sposata da Nardella e c. non sia accolta con molto favore, ma il partito dei sindaci adesso, grazie a Renzi e Delrio, ha un forte potere presso il governo e quindi probabilmente i primi cittadini verranno accontentati ancora una volta.

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