Maggio Musicale Fiorentino numero 78: dal 27 aprile al via con «Fidelio»
FIRENZE – Quello che si inaugura il 27 aprile 2015 sarà il 78° Festival del Maggio musicale fiorentino, ma la data è storica anche se la cifra non è tonda: sarà difatti il primo che si svolge nella nuova sede dell’ente lirico cittadino, l’Opera di Firenze in Piazza Vittorio Gui-Viale Fratelli Rosselli.
La prima opera in programma è il «Fidelio» di Ludvig van Beethoven; come di consueto, la bacchetta sul podio per l’opera inaugurale sarà quella del direttore stabile, Zubin Mehta. La regia e le scene sono firmate dalla mano sicura di Pier’Alli, mentre nel ruolo del protagonista maschile, Florestan, ci sarà il tenore Burkhard Fritz.
Spiega il Maestro Mehta: «Il Fidelio è una grande scelta per inaugurare la rinascita del Maggio nella sua nuova casa: è la prima opera che abbia mai sentito, a Vienna nel ’54, ed è anche la prima che abbia diretto, nel 1969, con la regia del grande Giorgio Strehler e con lo scenografo Ezio Frigerio. Con Strehler litigai addirittura, perché voleva politicizzare l’opera, concludendola con una sfilata di bandiere rosse alla fine dell’ultimo atto. Io mi opposi: alla fine le bandiere rosse non furono inserite».
L’allestimento che aprirà il Maggio non è in realtà nuovissimo: è già stato sperimentato nel 2006 all’Opera di Valencia, dov’ebbe accoglienza trionfale. La rappresentazione non avrà uno stile e un taglio sperimentali o rivoluzionari, come precisa Pier’Alli: «Presenteremo un Fidelio nel quale si fa ricorso a scenografie simboliste ed anche a proiezioni visive che pongono in evidenza i momenti salienti della narrazione, ma che non trasgredirà la filosofia originale dell’opera, che appartiene all’Ottocento. Insomma, non ne dissacreremo significati e valori: sarà un Fidelio contemporaneo nella veste, moderno nella struttura e classico nei contenuti».
Le altre opere del 78° Maggio Musicale saranno «Il Giro di vite» di Benjamin Britten (l’unica che sarà messa in scena non all’Opera di Firenze, ma al Goldoni), il «Candide» di Leonard Bernstein e il «Pelléas et Mélisande» di Claude Debussy.