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Natale 2025
Camillo Cipriani A5c37d06

Fisco: pasticcio dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate. A rischio entrate per 8 miliardi

Renzi e Padoan
Renzi e Padoan

Si complica ulteriormente il caso degli oltre 700 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale, insieme agli atti e alle cartelle esattoriali da loro firmati. Il premier Matteo Renzi, dopo un incontro con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – il quale chiedeva un decreto per evitare il blocco della macchina fiscale – avrebbe escluso la possibilità di sanare la situazione con un decreto. Niente provvedimento d’urgenza: non verranno ripristinate le cariche dei dirigenti assunti senza concorso e retrocessi a funzionari dalla sentenza della Consulta. E così, la macchina-Fisco si inceppa. Vediamo con quali possibili conseguenze.

STATO – L’Agenzia delle Entrate, responsabile del pastrocchio, ha lanciato l’allarme sul blocco dell’operatività che si verificherebbe. Con la conseguenza di un mancato gettito stimato tra i 5 e gli 8 miliardi di euro. Nello specifico, per lo Stato, rischiano di svanire gli introiti derivanti dal ravvedimento lungo operoso, che si concretizzano in 4-5 miliardi dal blocco del contenzioso con i grandi contribuenti e 3 miliardi dalla voluntary disclosure.

RENZI – Renzi, fanno notare fonti vicine al governo, sarebbe convinto del fatto che la soluzione debba essere trovata senza rischiare decreti urgenti che possono essere bocciati dal Colle poiché interpretati come un escamotage per “dribblare” la Corte Costituzionale. In pratica c’è il rischio concreto che il Presidente Mattarella possa non firmare l’eventuale decreto e respingerlo al mittente.

DECRETO – In attesa del concorso che dovrebbe regolarizzare la situazione, il ministro Padoan, su pressione delle Entrate, voleva – per decreto – stabilire la possibilità di incentivare con remunerazioni più elevate i funzionari ai quali i dirigenti delegano alcune attività. Questa soluzione permetterebbe di riassegnare ai funzionari i vecchi incarichi mantenendo anche lo stipendio, che dopo la sentenza, in parecchi casi, risulta decurtato più della metà. Ma per Renzi e Palazzo Chigi, come detto, lo strumento del decreto non è percorribile, con il conseguente rischio-paralisi dell’Agenzia e del mancato incasso di 8 miliardi.

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