Immigrati: è scontro fra Rossi (Toscana) e Fassino (Torino) sul modello d’accoglienza
ROMA – S’infiamma la polemica su accoglienza e distribuzione di profughi. Tutti chiamano in causa l’Europa e le organizzazioni internazionali, finora belle addormentate, brave solo a discettare e a esprimere giudizi critici, da maestrine pedanti, sull’operato altrui, ma non a intervenire direttamente nella vicenda. Secondo lo stile di Laura Boldrini, adesso Presidente della Camera ma fino a qualche tempo fa portavoce dell’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati.
ITALIA – Le autorità italiane comunque, in attesa delle decisioni internazionali, si rimboccano le maniche davanti all’emergenza, che chiama in causa prefetture, regioni e comuni. In molte zone (Veneto ad es.) ci sono rivolte di sindaci e regioni contro ulteriori arrivi, ma la Conferenza delle regioni e l’Anci stanno operando d’intesa col governo per arrivare a un’organizzazione condivisa e efficiente.
REGIONI E COMUNI – Regioni e Comuni chiedono perciò una cabina di regia per l`accoglienza, in grado di rendere «il più efficace possibile» l`impegno di Regioni e Comuni. Che, come le amministrazioni dello Stato, hanno fatto la loro parte nell`accoglienza. E «intendono continuare a farla». Questa, in sintesi, la richiesta al governo di Regioni e Anci, messa nero su bianco da Sergio Chiamparino e Piero Fassino, rispettivamente presidente della Conferenza delle Regioni e dell`Anci, in una lettera inviata a Matteo Renzi e Angiolino Alfano.
COORDINAMENTO – I due amministratori piemontesi affermano: «Le tragiche vicende consumatesi nel canale di Sicilia richiamano in modo drammatico l’urgenza di rafforzare strumenti e dispositivi di gestione del fenomeno migratorio, ed è prevedibile che l`emergenza non si riduca ma si protragga ancora nel tempo». Per questo motivo, chiedono, è necessario «un più stretto coordinamento operativo del Governo con Regioni e Comunità». La proposta di una cabina di regia nazionale a Palazzo Chigi sarà rinnovata oggi, al Tavolo di coordinamento nazionale sull’emergenza sbarchi al Ministero degli Interni.
CASERME – Nel frattempo Fassino avanza la richiesta di utilizzare le caserme dismesse, che costituiscono spazi grandi e adeguati all’accoglienza. Con il problema però di adeguarle (almeno per quanto riguarda i requisiti di sicurezza) ai fini dell’ospitalità. Richiesta che collide con la granitica convinzione del governatore toscano, Enrico Rossi, che insiste per l’accoglienza diffusa, secondo quello che lui definisce il modello toscano. E anche lui ha preso carta e penna per chiedere al governo di seguire questa strada. Come al solito le regioni vanno ognuna per conto proprio, anche se guidate da giunte dello stesso colore politico.
TORINO E FIRENZE – Da prefetto prima di Torino e poi di Firenze ho avuto modo di sperimentare le due soluzioni e debbo riconoscere che entrambe ci hanno aiutato a superare delicate situazioni di emergenza. A Torino nel 2009, d’intesa con Sergio Chiamparino, allora sindaco della città, riadattammo un’ala di una caserma dismessa, ospitandovi 450 profughi. A Firenze nel 2011, insieme proprio al governatore Enrico Rossi, abbiamo sperimentato, anche qui con successo, l’accoglienza diffusa, sul modello utilizzato già nel 1991 – 92 in occasione dei primi arrivi massicci dall’Albania. Credo che siano entrambe soluzioni giuste, più faticosa e lunga da realizzare la seconda, ma occorre scegliere in ogni occasione il metodo più accettato dal territorio. E’ evidente che in caso di emergenza si dovrà ricorrere anche a collocazioni straordinarie, ma provvisorie (tipo tendopoli o edifici dismessi, come ha suggerito il prefetto di Firenze Luigi Varratta), in attesa di trovare la sistemazione più idonea.
Ma l’accoglienza non può essere infinita e non può essere solo a carico dell’Italia. Il procuratore aggiunto di Palermo ha affermato che ci sono un milione di disperati pronti a partire dalla Libia per il nostro Paese, già afflitto da difficoltà economiche rilevanti che il governo non riesce a superare. Il problema deve essere quindi risolto a livello internazionale, se no l’Italia dovrà prima o poi decidere di fermare quest’invasione continua, alla quale non possiamo certo far fronte per lungo tempo.