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Europa League: grande Fiorentina. Va in semifinale. Eliminata la Dinamo con gol di Gomez e Vargas: 2-0. Pagelle

La gioia di Gomez e Joaquin, dopo il primo gol viola segnato dal centravanti tedesco
La gioia di Gomez e Joaquin, dopo il primo gol viola segnato dal centravanti tedesco

FIRENZE – E’ semifinale. Meritatissima e assai sudata. Eliminata la Dinamo Kiev con un gol di Gomez nel primo tempo e il raddoppio di Vargas proprio in fondo, a trenta secondi dalla fine dei quattro minuti di recupero. Fiorentina quasi perfetta. Il quasi significa che il punteggio poteva essere molto maggiore e la sofferenza assai minore. Due pali colpiti: prima Alonso (all’incrocio, nel primo tempo) e Salah nella ripresa e una serie incredibile di parate del portiere Shovkoskiy, ribattezzato Shovko, aiutato da un santo protettore (naturalmente ortodosso) per tutti i miracoli che è riuscito a compiere. Ma tant’e: ostacolo superato. E fra le quattro palline, nell’urna del sorteggio di Nyon, venerdì 24 aprile intorno all’ora di pranzo, ci sarà anche la Fiorentina: con il Napoli, il Siviglia l’altra squadra ucraina, il Dnipro. Peraltro già battuto l’anno passato nel girone eliminatorio. Ma la speranza è di evitare il Napoli di Benitez. E intanto restiamo a questa serata splendida, dopo le delusioni dell’ultimo periodo, in campionato e in Coppa Italia. Montella voleva la qualificazione e ha scommesso sulla squadra che predilige: con Pizarro nel mezzo, Alonso, Joaquin e tutti i suoi fedelissimi. Anche Marione Gonmez ha ripagato la fiducia con un gol e una partita tutta volontà. Farcita anche di tanti errori, ma quel che conta è il risultato. Che la Fiorentina ha meritato molto al di là de3l punteggio. Come all’andata, la Dinamo Kiev si è trincerata nella propria metà campo, sperando di poter colpire con le ripartenze. Ma non ha per nulla impressionato. Nemmeno il temuto Yarmolenko ha combinato cose importanti. Forse non tanto per suo demerito, quanto per l’accortissima tattica della Fiorentina. Sempre in possesso di palla, sempre aggressiva. Non a caso ha speso molto e, nel finale, Montella, ha sostituito Pizarro, Borja e Salah, praticamente esausti. Ma contentissimi. Come i fratelli Della Valle e tutto lo stadio.

FEDELISSIMI – E’ la sera della verità: o in semifinale di Europa League o addio stagione. Bivio crudele. Per stare vicino alla squadra ci sono tutt’e due, i fratelli Della Valle, Diego e Andrea. Ma anche gli ucraini ci credono: da Kiev sono arrivati cinquanta giornalisti. In tribuna stampa scriviamo stretti stretti, o, se preferite, vicini vicini. Fischi all’annuncio della formazione della Dinamo, come successe a Kiev quando venne letta la formazione viola. Montella non rischia e manda in campo quella che possiamo considerare la sua squadra ideale: Gonzalo e Savic centrali difensivi; Tomovic e Alonso laterali; Mati, Pizarro e Borja a metà campo; Joaquin, Sala e Gomez davanti. Tutti i fedelissimi, insomma. Non può sbagliare e schiera quello ritiene il meglio del meglio. E subito al 2’ potrebbe esultare: Joaquin crossa un pallone tagliatissimo in area, sul quale Gomez arriva con un solo secondo di ritardo. Non basta: al 4’ Marione la butta dentro: tiro di Borja, il portiere ucraino non trattiene, Gomez è più lesto di tutti e la mette dentro. No, fuorigioco. In effetti c’è. Ma anche la Fiorentina dimostra di esserci. Joaquin (8’) va via sulla sinistra, cambia gioco e fa scattare Salah sulla destra che tira convinto: deviazione in angolo di Shovkovskiy. Che deve avere un santo ortodosso dalla sua: un minuto dopo Alonso colpisce il sette, ossia dove traversa e palo si saldano. Incredibile! Così com’è da non credere (10’) quando Borja si vede deviare all’ultimo tuffo, forse da uno stinco ucraino, un pallone destinato all’angolino basso. E’ un assedio. La Dinamo si sente aggredita e pensa solo a barricarsi.

GOMEZ – Pizarro è il baricentro della squadra. Talvolta sbaglia gli appoggi più facili, ma fra averlo e non averlo la differenza è abissale. Recupera palloni su palloni a metà campo e ispira le ripartenze con geometrie perfette. Come se avesse il compasso sui piedi. Da suo piede (21’) scaturisce un suggerimento per Mati che mette in moto Gomez: bravissimo a liberarsi e a tirare da pochi metri. Shvko (chiamiamolo così perchè ha un cognome troppo lungo) para ancora miracolosamente. Cioè con l’aiuto del solito santo ortodosso. Cercano di reagire gli ucraini, ma Yarmolenko, il campioncino, arriva vicino all’area viola e fa partire una via di mezzo fra un tiro e un traversone, fra i fischi della curva Fiesole. Il folto gruppone di colleghi venuti dall’Ucraina lo infama nella sua lingua. No, la Dinamo non sembra una macchina da gioco, ma una formazione sparagnina che vive e gode sugli errori dei viola sotto porta e sul santo che, certamente, protegge il portiere Shovko. Miracolato anche al 37’: il tiro ravvicinato di Savic è proprio su di lui. Quindi la Dinamo resta in dieci: espulso Lens per simulazione. Si rotola senza motivo sul limite sinistro dell’area viola. Era già stato ammonito. Il giallo diventa rosso. Ma occhio: Liedholm diceva che in dieci si gioca meglio. Ma forse non è vero: perché la Fiorentina finalmente segna. E’ il 43’: Joaquin, ancora lui, pennella un altrio traversone da sinistra. Sul quale Marione Gomez si avventa toccando quel che basta e facendo rotolare il pallone in rete. Stavolta Shovko e il suo santo devono arrendersi. Uno a zero. Evvai viola! Ovazione per Gomez. La fine del primo tempo coglie il popolo viola sorridente, anche se non ancora festante. Per scaramanzia.

SALAH – In avvio di ripresa (4’) il santo di Shovko si materializza di nuovo: Salah sguscia da destra, ruba il pallone ad Antunes, arriva a pochi metri dalla porta e… centra il palo destro. Non è giusto: perché fra la Fiorentina e questa Dinamo, stasera, ci possono stare almeno tre gol di differenza. E forse più. Salah (8’) fa il giocoliere in area, rimbambisce gli avversari con una serie di finte e serpentine, poi serve Borja che ci arriva sbilanciato e colpisce male. Avrebbe un gran pallone Mati (14’), la posizione sarebbe ottima, però il tiro è ancora fuori bersaglio. In ogni caso è sempre Fiorentina: nel senso che sono i viola a menare la danza, anche nella ripresa e a fabbricare azioni su azioni, mancate solo per pochissimo. Però occhio: non si può sbagliare perché prendere un gol vorrebbe dire andare ai supplementari. Siamo quasi alla mezz’ora della ripresa: i viola, fin qui arrembanti, appaiono un po’ provati, ma la Dinamo continua a restar lì, guardinga, forse in attesa di un miracolo. Montella non vuole rischiare: si rende conto che Borja Valero, artefice di una grande prestazione, è affaticatone decide di sostituirlo con Badelj. Al 38’ Mati si saetta in area, viene anticipato di un soffio dall’uscita del portiere. Quindi basta anche Pizarro, visibilmente stanco. Dentrro Aquilani. Quindi tre brividi sulle schiene viola: prima Neto compie una gran parata, poi Yarmolenko mette paura con un’azione personale, quindi c’è un pallone che saetta davanti alla porta e finisce fuori. Terza sostituzione per Montella: fuori Salah e dentro Vargas, un lottatore. Sono gli ultimi tentativi della Dinamo. I giornalisti ucraini accolgono con gridolini di speranza il quarto uomo che solleva il cartello: 4’ di recupero. Ossia 240 secondi di sofferenza pura. Rotta da una prodezza di Vargas al 94’, cioè quasi alla fine del recupero. Grande Manuel. E brava Fiorentina! Il Franchi esulta e canta l’inno di Narciso Parigi. E’ fatta. La Viola è semifinalista. E può continuare a sognare la finale di Varsavia, il fatidico 27 maggio.

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Bennucci

Sandro Bennucci

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