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Strage di Viareggio, i familiari arrivano al processo in corteo

Strage di Viareggio: i parenti delle vittime attaccano il governatore Rossi che non si presenta al processo. La Regione replica: «Aveva chiesto un’altra data»

Strage di Viareggio, i familiari arrivano al processo in corteo
Strage di Viareggio, i familiari arrivano al processo in corteo

VIAREGGIO – Attaccato dai familieri delle vittime della strage alla stazione di Viareggio per la mancata testimonianza, stamani 13 maggio, al processo civile in corso a Lucca, il presidente uscente, e ricandidato alla poltrona più alta della Regione, Enrico Rossi replica che aveva fatto presente di non poter intervenire. Così il presidente del tribunale lo ha revocato dall’elenco dei testimoni.”Con il suo comportamento continuamente ci offende e ci umilia”. Scrivonoi familiari delle 32 vittime, che criticano la mancata testimonianza del governatore al processo in corso a Lucca. “Il signor Rossi – scrive la presidente dell’associazione fra i familiari delle vittime, Daniela Rombi – non un cittadino qualunque, ma il presidente della nostra Regione, dopo ben cinque chiamate a testimoniare, non ha avuto la faccia di presentarsi, né il garbo di giustificare la sua assenza. Ciò che a noi risulta chiaro è che dell’incidente ferroviario di Viareggio non gl’importa niente, né tantomeno di chi è morto in quella strage. Con la sua assenza, ancora di più, ci fa capire da che parte sta: certamente non dalla parte dei più deboli, non dalla parte dei cittadini”.Alle parole di Daniela Rombi si aggiungono quelle di Marco Piagentini, che nella strage ha perso la moglie e due figli: “Il 20 maggio testimonierò, vediamo se ha il coraggio di ascoltare come sono morti i miei figli”.

A pomeriggio inoltrato la replica della Regione, attraverso una nota: “La Regione Toscana è parte civile nel processo per la strage di Viareggio. Il suo presidente aveva da alcuni giorni avvisato il tribunale di non poter testimoniare oggi in aula per precedenti impegni istituzionali e aveva chiesto di essere ascoltato in altra data”. E ancora: “Il presidente del Tribunale ha ritenuto invece di revocarlo da testimone, quindi non potrà più comparire in aula. Del resto, come spiegano gli avvocati della Regione, il presidente avrebbe potuto testimoniare esclusivamente in merito ai danni subiti dalla Regione, ovvero riguardo a fatti e circostanze ben note alla corte. Insomma, la sua testimonianza viene ritenuta non determinante dal punto di vista processuale”.

“Riguardo invece al ruolo dell’Ente – conclude la nota regionale – è lo stesso presidente a far presente che, proprio per sua esplicita volontà, la Regione Toscana ha rifiutato di accordarsi con le assicurazioni e, a differenza dello Stato, si è quindi costituita parte civile, è presente al processo e lo sarà fino in fondo. Nel corso di questi lunghi sei anni la Regione ha sempre svolto diligentemente il proprio ruolo e si è sempre schierata dalla parte di coloro che chiedono verità, giustizia e sicurezza”.

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