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Europa League: Fiorentina eliminata da un bel Siviglia (0-2). E fischiata. Ilicic sbaglia l’ennesimo rigore. Pagelle

Aleix Vidal contrastato da Marcos Alonso (Foto Giacomo Morini)
Aleix Vidal contrastato da Marcos Alonso (Foto Giacomo Morini)

FIRENZE – Finisce con bordate di sui viola. E applausi meritati al Siviglia che va in finale per la quarta volta. Contro il Dnipro che ha liquidato il Napoli. La Fiesole, che aveva cominciato incitando a squarciagola la squadra e Montella, chiude la serata sfogando sui giocatori e sull’allenatore la rabbia per il sogno svanito. Fischi ingenerosi? Quando i sogni volano via resta la dura realtà. E il sogno, stasera, è durato una ventina di minuti. E ha avuto l’effetto di una sassata il gol di Bacca dopo ventuno minuti. Una sassata contro un vetro fragile. Un colpo secco, dal basso verso l’alto, capace di mandare in frantumi la speranza, o meglio l’illusione, della Fiorentina di poter rimontare la batosta dell’andata, a Siviglia. Appena il tempo di fare due conti, e concludere che a quel punto i viola avrebbero dovuto segnare cinque gol per prenotare la finale di Varsavia (27 maggio) che arriva il raddoppio. Carrico viene rimesso in gioco da un tocco maldestro di Basanta (con la testa fasciata per un paio di colpi di Bacca) e la infila ancora alle spalle di Neto. Ecco la frittata. Non è passata ed è kappaò. I sessanta minuti che mancano alla fine potrebbero essere dedicati a un concerto. Salvo un siparietto al 20’ del secondo tempo: quando Ilicic manda alle stelle il sesto rigore (su sette) della stagione. Peccato? Sì, peccato. Perché anche il terzo grande obiettivo (la finale di Europa League) è sfumato insieme al terzo posto in campionato e alla finale di Coppa Italia. Ecco: questa partita ha avuto qualche analogia con il ritorno perso (0-3) con la Juve sempre qui al Franchi. Partita sbagliata. Come allora. Ma di chi sono i limiti, della squadra o di Montella? Ognuno si ha messo del suo. La Fiorentina aveva illuso in febbraio, in contemporanea con l’arrivo di Salah, grazie alle vittorie all’Olimpico e allo Juventus Stadium. Spentosi l’egiziano, tornato un giocatore normale, come un Superman che abbia improvvisamente perso i poteri straordinari, ecco che la Fiorentina ha riscoperto la sua fragilità. Il Siviglia, diciamolo subito, è di altra categoria. Tanto di cappello a mister Emery e alla sua squadra. Che ha ottime probabilità di alzare, il 27 maggio, la coppa dell’Euroleague. La Fiorentina va ripensata. E intanto deve pensare a conservare il quinto posto: lunedì appuntamento con il Parma. Poi trasferta a Palermo. Quindi chiusura con il Chievo. Pensando, non senza un velo di tristezza, a quel che poteva essere. E non è stato.

La rabbia di David Pizarro (Foto Giacomo Morini)
La rabbia di David Pizarro (Foto Giacomo Morini)

SKOMINA – “Noi vogliamo undici leoni, noi vogliamo undici leoni”. Il Franchi è una bolgia. Ovvio: siamo all’ultima prova d’appello, un bivio difficilissimo ma comunque affascinante. . In caso contrario, l’ultima ambizione stagionale resta uno smilzo quinto posto in classifica, quello che comunque ti permette di restare in Europa senza dover anticipare la preparazione dell’annata 2015-2016 per sostenere i preliminari. Ma prima della partita si può o addirittura fantasticare. Montella mostra di crederci: e manda in campo la squadra sulla quale crede di più. In prima linea, il dubbio viene sciolto a favore di Ilicic. Gomez in panchina. A metà campo Borja, Pizarro e Mati. Indietro uno schieramento a quattro che può facilmente diventare a tre: Savic, Gonzalo e Basanta. Con Alonso pronto a difendere e a spingere. Il capitano Joaquin, ribattezzato Giovacchino, uomo del Betis, nemico del Siviglia. Che è schierato in maniera diversa rispetto all’andata. Il fine stratega Unai Emery deve averne pensata una delle sue: perché il falso terzino Vidal, letale in Andalusia, stavolta parte davanti. Un’altra trappola? Lo stadio ribolle quando l’arbitro, lo sloveno Skomina, fischia l’inizio. Ah, un attimo: sapete chi è Skomina? Lo stesso arbitro che diresse la Fiorentina a Liverpool, in una magica serata in cui i viola vinsero 2-1 e andarono avanti in Champions… Corsi e ricorsi … A farsi pericoloso è subito il Siviglia. Ispira Vidal: due angoli consecutivi per gli andalusi. In mezzo, Banega è un gran direttore d’orchestra. Vitolo e Kolo lo sostengono. Sì, il Siviglia è una squadra molto buona e ben atrezzata. Occhio viola: prendere un gol subito equivarrebbe a suicidarsi. Per fortuna Borja reagisce: e scuote il Franchi (3’) con una rasoiata da sinistra che vola alta di una decina di centimetri.

BACCA – Salah tira (10’) e un difensore respinge forse con un braccio. Involontario. La Fiorentina preme. Joaquin e Ilicic mostrano grandi capacità nel dribbling e portano il pallone avanti. Peccato che nessuno abbia la botta risolutiva. Brutto episodio (13’) quando Bacca, irruento come un toro, colpisce Basanta alla testa, prima con il gomito eppoi anche con la gamba. L’argentino esce per qualche minuto. Rientra con la testa fasciata. Ma la Fiorentina non aspetta. Su angolo di Mati (15’) Gonzalo la indirizza in porta: Rico devia con lo stinco. Peccato. Perché sul rovesciamento di fronte la Fiorentina non difende bene. Pizarro rimedia la punizione e il giallo. Su quella punizione la difesa viola si disunisce, Bacca è più svelto di tutti a buttarsi sul pallone: l’agguanta e lo mette dentro. Zero a uno. Il Milan, che lo insegue da tempo, deve sbrigarsi a fare l’offerta. E la Fiorentina? Ora dovrebbe farne cinque per andare in finale addirittura sei. Perché il Siviglia raddoppia: punizione da tre quarti, pallone a Vidal che in area, da destra, la mette in mezzo, Basanta la sfiora rimettendo in gioco Carrico che sbuca fra le maglie viola e segna. Zero a due. La Fiesole continua a cantare. Gli altri parlano già del Pama e del Palermo… Pizarro (29’) prova a forzare la porta andalusa con una lecca da trenta metri: che Rico, bravissimo, devia in angolo. Ormai è andata. Resta il cuore.

La delusione di Josip Ilicic (Foto Giacomo Morini)
La delusione di Josip Ilicic (Foto Giacomo Morini)

ILICIC – La fine del primo tempo trova uno stadio intristito, ma ancora vociante per una punizione di Ilicic che vola radente la traversa, ma inesorabilmente fuori. In avvio di ripresa Montella toglie Basanta, il ferito, e manda in campo Pasqual. Che si mostra subito per un cross ficcante e uno scambio volante con Borja. Fuoco di paglia? In sostanza sì. E la curva Fiesole cambia verso: comincia a prendersela con tutti. Con i Della Valle: “Per vincere bisogna spendere”. Poi con i giocatori: “Andate a lavorare!”. E ancora: “Noi tifiamo solo per la maglia”. Fra il 5’ e il 7’ Salah e Joaquin non la buttano dentro nemmeno da pochi centimetri. E allora si scovano vecchi ricordi: di quando c’era chi la metteva in porta: “M’innamoro solo se, vedo segnar Batistuta…”. Altri tempi. Ma i viola insistono. Pizarro va giù al limite dell’area. L’arbitro indica il dischetto del rigore. Il Siviglia non perde nemmeno tempo a protestare. Forse lo sanno, gli andalusi, che la Fiorentina non sa battere i rigori. Va sul pallone Ilicic: che calcia alle stelle. Letteralmente. Possibile? Purtroppo sì. Sei rigori sbagliati su sette. Pazzesco? No, romanzesco… E il resto? Solo tentativi di fare il gol della bandiera. Inutili. O se volete patetici. Finisce l’avventura. Si ripiomba nella dura realtà del campionato e del quinto posto da conservare.

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Bennucci

Sandro Bennucci

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