Arezzo, scomparsa di Guerrina Piscaglia: padre Gratien parla a lungo con l’avvocato. Ma continua a tacere con il magistrato
AREZZO – Padre Gratien Alabi non aprirà bocca con gli inquirenti. Almeno per ora. Lo conferma l’avvocato Luca Fanfani, difensore del frate congolese in carcere ad Arezzo con l’accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere nell’ ambito delle indagini sulla sparizione di Guerrina Piscaglia, un anno fa, da Ca’ Raffaello, nell’aretino.
Ieri sera il legale si è intrattenuto con il religioso fino alle 22, ripercorrendo l’ intera vicenda della scomparsa della donna. Non sarebbero emersi elementi nuovi, padre Gratien avrebbe continuato a dichiararsi estraneo dalla scomparsa di Guerrina Piscaglia ribadendo i fatti, così come sempre spiegati fino all’interrogatorio del 5 settembre 2014 da parte dei carabinieri, ultima volta in cui il frate ha parlato. Una versione, quella del frate, basata sulla presenza di un misterioso zio Francesco mai creduta dalla procura di Arezzo che conduce le indagini e neppure dal Tribunale del riesame che ha descritto Gratien Alabi come “personaggio lucido, determinato e perfettamente capace di rimanere freddo” affermando che le circostanze riferite dal religioso sarebbero solo atti per “favorire” e coprire se stesso.
“Non sono stupito del pronunciamento del riesame – ha detto Fanfani – era stato messo in conto, ora per il futuro valuteremo insieme al mio assistito la linea da tenere, che al momento non si discosta da quella del silenzio scelta finora”.