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Fiorentina: a Palermo per vincere. Eppoi un tavolo per Della Valle e Montella

Vincenzo Montella ora il chiodo fisso: la rimonta contro il Siviglia
Vincenzo Montella

FIRENZE – Quando Fiorentina e Palermo si affrontano in terra siciliana, non è mai una partita banale. Sono già più di diecimila i biglietti venduti. I fiorentini non se lo spiegano neanche fino in fondo, ma l’astio verso le maglie gigliate è radicato. Sarà per Luca Toni passato a Firenze a vincere la scarpa d’oro? Un vecchio rimpianto, d’accordo; ma nel frattempo Ilicic gioca nella Fiorentina. E Zamparini continua a ricoprire il suo ex campioncino di parole mielose, che quasi suonano a provocazione. Rivalità. Sarà per quel legame con la Juventus, suggerito dal color rosa delle maglie (rosa erano le prime maglie della Juventus).

QUINTO POSTO Così sarà domenica prossima, 24 maggio, alle 15 al Barbera. Eppure il Palermo è già salvo e non ha più niente da chiedere al campionato. La Fiorentina, dal canto suo, ha un obiettivo, l’ultimo. Dai fasti del mese di marzo, con il tridente di obiettivi portato avanti con sfrontatezza dalla pattuglia viola, il quinto posto è ciò che rimane. L’input della società è chiaro. Due vittorie contro Palermo e Chievo, nelle ultime due giornate. Perché? Il quinto posto consente l’accesso all’Europa league senza passare dal «via» che è il primo turno preliminare. Il primo turno preliminare si gioca in luglio. Niente Chelsea-Fiorentina il 5 agosto, niente tournée, né preparazione. L’impresa non è un’impresa. Detto che il Palermo è già salvo, resta da analizzare la classifica. Fiorentina 58, Genoa 56, Samp 54. Ma al Genoa non verrà concessa la licenza Uefa (come al Parma lo scorso anno, qualcuno vicino all’acquario si preoccuperà), di conseguenza sarà l’altra parte di Genova, con quattro punti in meno, a dover contendere il posto alla squadra viola. Che in ogni caso non deve fare calcoli. Montella affronterà Dybala e compagni con la squadra migliore, la stessa che ha compiuto l’impresa di battere il Parma (dopo tre tentativi andati a vuoto). E il centravanti di questa squadra è Alberto Gilardino. Mario Gomez scalderà la panchina del Barbera, dopo aver testato molto a fondo quella del Franchi. Sembra una scelta chiara quella di Montella, per la prossima stagione. Ammettendo che accanto a Gomez in panchina si sieda ancora Montella.

Paulo Dybala
Paulo Dybala

FUTURO Perché la Fiorentina dell’anno prossimo è un gigantesco punto interrogativo. La società viola chiede la conquista del quinto posto già domenica, anche perché questo le permetterebbe di anticipare le decisioni in vista della prossima stagione. La piazza, ormai addomesticata, aspetta di conoscere le novità sul futuro con la testa china e le braccia conserte dietro la schiena. Cosa è già stato fatto? Macia è andato a Siviglia, al suo posto, ma non nel suo posto, è stato messo Rogg. Nella scorsa campagna acquisti si registrò del malumore in società quando Pradè non riuscì a portare in viola Khedira. Non è chiaro chi prende le decisioni, si disse. Ne uscì fuori quello che è il primo e più evidente errore dell’annata che si va a concludere, la pietra tombale delle ambizioni della Fiorentina 2014/15. Un mercato completato in larga parte all’ultimo giorno utile, con calciatori presi senza che l’allenatore li conoscesse, con il campionato già iniziato. Come al mercato, ma di frutta e verdura. Difficile accettare il fatto che una società come la Fiorentina possa operare con mancanza di programmazione. In questo senso, si può essere d’accordo con Montella quando dice che da questa squadra ha già ottenuto il massimo. Normale che Badelj abbia impiegato mezzo campionato per capire come si gioca in Italia, normale che una rosa troppo ampia, quando la qualità non è quella di Messi e Neymar, sia solo un danno. Troppo ha fatto Montella a plasmare un gruppo e a farlo giocare a calcio. La gente lo sa e molti dalla curva sperano nella riconferma dell’allenatore campano. Sì, ma lo 0-3 in casa contro la Juventus non è comunque accettabile. Una squadra che butta via una partita così carica di senso per Firenze pugnala al cuore ogni tifoso. La meravigliosa ironia dei cori a Batistuta nella gara contro gli andalusi è una reazione da manuale del gentleman a quello 0-3. La società non cambierà, Andrea Della Valle ha detto che Cognigni è come la sua persona. Allora si dovrà parlare dell’allenatore. Quello forse cambierà. Montella ha visto il suo nome accostato alla Premier league e al Milan. E poi, nemo propheta in patria però Benitez lascerà Napoli. Nel caso, via ad un nuovo ciclo e ancora zero tituli per la Fiorentina dei Della Valle. Una cosa è certa, i tifosi dovranno armarsi di pazienza di fronte ad un nuovo allenatore e ad una squadra che andrebbe rinnovata in buona parte. Età media alta, fallimenti dei singoli (Gomez, Ilicic, Badelj e fermiamoci qui), vento dell’italianizzazione che ha preso a soffiare sotto la torre di maratona. Tre elementi che chiamano una mezza rivoluzione. La favola della Fiorentina olé, con il dogma dei tre centrocampisti, è destinata a diventare un buco nell’acqua? Domenica alle 15 un primo mattoncino verso la soluzione del caso. Udite, udite: una partita di domenica alle tre. Quasi profuma di antico. Del resto, lo spezzatino ormai è il piatto largamente favorito dai signori del calcio nostrano; neanche alla penultima giornata di campionato si riesce ad avere uniformità d’orario per tutte le partite. Intanto al Barbera si godranno per l’ultima volta l’ennesimo fenomeno scoperto da Zamparini, quel Dybala che ha già addosso la maglia a strisce nere e bianche. Nessun problema, la società ha ancora da vendere l’altro argentino fenomeno, Franco Damián Vázquez, nazionale italiano. Il mercato del Palermo è già assicurato. E la Fiorentina, per fare cassa, chi ha da vendere?

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