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Lavoro, Inps: aumentano i contratti a tempo indeterminato (31,4%). E cala l’apprendistato

Tito Boeri
Tito Boeri

Più contratti di lavoro (a termine e non) e meno apprendistato nei primi quattro mesi dell’anno, a testimoniare che le forme di avviamento al lavoro per i giovanissimi, riformate dal Job Act, non hanno avuto grande presa nel mercato italiano. E’ l’effetto degli incentivi alle assunzioni introdotte dalla Legge di Stabilità 2015, dato che il 61% dei nuovi contratti fruisce dell’esonero contributivo triennale.

INPS- Secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’INPS, sono cresciute sia le assunzioni a tempo indeterminato (oltre 155 mila) sia i contratti a termine (quasi 45 mila), mentre sono calate le assunzioni in apprendistato (ben oltre 11 mila in meno). Nel periodo preso in considerazione, l’aumento complessivo delle nuove assunzioni è stato di 188.679 unità, mentre sono calate le cessazioni di rapporti di lavoro (-79.988 unità), portando il saldo in attivo di 268.667 unità. Guardando alla categoria dei contratti a tempo indeterminato, le assunzioni ex novo sono aumentate del 31,4% rispetto al 2014, mentre i contratti a termine o di apprendistato trasformati in tempo indeterminato sono aumentati del 23,4%.

RAPPORTI STABILI – Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili è passata dal 35,51% del primo quadrimestre 2014 al 40,93% dell’analogo periodo del 2015. In particolare, nel corso del mese di aprile 2015 la quota di nuovi rapporti stabili ha raggiunto la misura del 45%. Sul fronte delle cessazioni, invece, c’è stato un calo del 4,2% rispetto ad un anno fa per la tipologia a tempo indeterminato. Sommate a quelle degli apprendisti e dei rapporti a termine, il numero delle cessazioni rilevate nel primo quadrimestre è calato del 5,2%.

REGIONI – L’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale in Friuli-Venezia Giulia (+75,3%), in Umbria (+59,4%), nelle Marche (+50,6%), nel Piemonte (+48,3%), in Emilia-Romagna (+47,7%), nel Trentino-Alto-Adige (+41,1%), in Veneto (+40,0%), in Liguria (+39,7%), in Sardegna (+38,7%), in Lombardia (+34,8%) e in Toscana (+34,6%).

EFFETTI – Dunque i primi effetti della riforma del lavoro sono positivi per quanto riguarda la trasformazione di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, che registrano un aumento del 5,40%, mentre non ha avuto ancora effetto, anzi produce effetti negativi, sull’apprendistato, che invece dovrebbe essere uno dei modi di avviamento al lavoro più rilevanti. Comunque il Governo va avanti su questa strada, conscio che per avere risultati importanti in quest’ambito ci vorrà ancora del tempo.

RENZI – Intanto il premier Matteo Renzi commenta i numeri in conferenza stampa con il presidente russo Putin: «I primi dati sui nuovi assunti forniti dall’Inps confermano che è l’inizio di ripresa», un fatto «molto importante», anche se «la strada è molto lunga». I dati INPS di oggi dicono che cresce il lavoro (più 268mila) come non succedeva da anni. Le riforme servono, avanti tutta #lavoltabuona — Matteo Renzi (@matteorenzi) 10 Giugno 2015.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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