Buona scuola all’esame del senato: rischia di slittare di un anno
ROMA – La battaglia infinita fra premier e minoranza dem rischia di rinviare di un anno la riforma della scuola, se non si riuscissero a rispettare i tempi – fine giugno – necessari per poter assumere i 100 mila precari che entreranno in servizio a settembre.
SENATO – Alla Commissione Istruzione del senato, dove i numeri sono in bilico e la maggioranza corre sul filo di uno-due voti, la trattativa su centinaia di emendamenti è in corso. Si discute sullo school bonus, sui numeri dei precari da assumere, sui fondi alle paritarie, sulle valutazioni dei professori. Particolarmente contestata, da sempre, è la norma che affida troppi poteri ai presidi manager e per questo si pensa di introdurre l’incarico a tempo per cui il dirigente scolastico dovrà cambiare scuola ogni sei anni.
COMMISSIONE – La Commisione inizierà i lavori il 15 giugno, ma deve fare alla svelta a superare tutti questi ostacoli per poter trasferire celermente all’aula del Senato la riforma, in modo che sia varata la settimana dopo. A quel punto, visto che le modifiche al testo ci saranno, la riforma dovrà tornare di nuovo alla Camera. Prima in commissione e poi in aula, col rischio di ostruzionismo a oltranza delle opposizioni. Dunque sembra quasi impossibile riuscire a far tutto entro il 30 giugno, la data limite fissata dal ministro Giannini.
RENZI – Renzi intanto cerca di mettere nell’angolo minoranze e opposizioni: «Se c’è da discutere, facciamolo io sono disponibile dedicandoci qualche giorno in più, ma in tempi utili per poter determinare gli effetti della riforma a partire dal prossimo anno scolastico». Con l’avvertimento sottinteso che chi bloccherà la riforma (in particolare i ribelli dem), facendola slittare di un anno, si assumerà la responsabilità di bloccare anche le previste 100.000 assunzioni dei precari. Con il conseguente prevedibile blocco delle attività scolastiche.