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Calcio storico, finale 2015 Bianchi-Verdi: come nel 1530. Azzurri sconfitti con onore (3 cacce e mezza a 2). È nata una stella: il «Vallero»

Calcio Storico 2015: semifinale Azzurri-Bianchi
Calcio Storico 2015: semifinale Azzurri-Bianchi

FIRENZE – E’ nata una nuova stella del Calcio storico: Fabrizio Valleri, detto il “Vallero”. E’ stato lui, con una prodezza da calciante d’altri tempi, a chiudere la semifinale con gli Azzurri a pochi secondi dalla fine di cinquanta minuti tirati, sudati e combattuti come poche altre volte. E’ passato molto tempo, certo, ma le mosse e i guizzi del “Vallero” mi hanno ricordato le azioni sguscianti e implacabili di un campione indimentixcabile del Calcio storico: Pierino Fantechi detto il “Rossino”. Lui non faceva a pugni ma leggeva il gioco: andava a prendrsi il pallone in retrovia e, mentre tutti erano intenti a darsele, ecco lui sbucare da dietro con il pallone e pronto a fiondarsi in caccia. Valleri ha fatto così sia nella prima caccia bianca, imbeccando Cataldi, sia nell’ultima quando è andato a metterla dentro direttamente. Così la finale avrà un sapore storico: Bianchi contro Verdi, come nella partita dell’assedio del 17 febbraio 1530. Una finale che non si giocava da 47 anni. L’ultima sfida per la vitella fra la parte bianca di Santo Spirito e quella verde di San Giovanni risale, pensate un po’, al 30 giugno 1968. Si giocò in notturna, in piazza della Signoria: vinsero i Verdi per una caccia e mezza a una. Me la ricordavo perché all’epoca sfilavo. Tuttavia, prima di scrivere ho voluto sentire la Bibbia del Calcio storico: Luciano Artusi. All’inizio era incredulo, il mitico Luciano. Possibile che non ci sia più stata una finale Bianchi-Verdi dal ’68 in poi? Proprio così. Il 24 giugno tornerà una sfida antica. Importante al punto che un campione indiscutibile dei Verdi, Gianluca Lapi, sta pensando di tornare in campo per esserci. Si è allenato, dicono sia in gran forma.

AZZURRI – E gli Azzurri? Uno squadrone, come sempre, che merita un commento assai rispettoso per l’impegno e la qualità del gioco. Ma hanno sbagliato troppo nelle conclusioni, i ragazzi di Santa Croce, dove manca l’esperienza di Gabriele Ceccherelli, lo “Zena” e dove non gioca nemmeno Emanuele, il figlio, squalificato. La squadra è ringiovanita, ma il pallino del gioco resta nelle mani, e nella testa, di due grandi veterani: Salvatore Serra e l’ingegner Alessio Giorgerini, detto Piombino, due fuoriclasse nel cercare la caccia. Questa volta rimasti bloccati dall’invalicabile filtro fatto dai Bianchi a metà campo. Dove molto si sono sacrificati alcuni ragazzi giovani e un veterano sempreverde: Maurizio Bonfiglio. Vittoria meritata quella dei Bianchi? Assolutamente sì. Anche se agli Azzurri si deve riconoscere l’impegno massimo, un’abnegazione assoluta nel tentare di rimettere in piedi una partita cominciata e finita in salita.

BASKET – Il problema? Ancora una volta non ha funzionato la regola nuova, che dovrebbe impedire di tenere la palla a lungo, a discapito dello spettacolo e a un prezzo veramente alto pagato dai calcianti. Mi spiego: come nella partita Verdi-Rossi, dove per un quarto d’ora il gioco era rimasto latitante, per lasciare spazio al pugilato testa a testa a metà campo, anche fra Bianchi e Azzurri sono passati circa 20 minuti prima che le squadre si siano aperte per andare a cercare la caccia. Come nel primo quarto d’ora di ieri, anche nei primi 20′ di oggi, i calcianti sono stati costretti agli sfiancanti scambi di pugni sulla fascia centrale. L’arbitro, in questo caso un veterano come Riccardo Camiciottoli, avrebbe dovuto fermare il gioco e lanciare la palla in aria ripetutamente, mentre i calcianti se la scambiavano, in retrovia, fingendo di farla girare. Può darsi che l’arbitro non sia intervenuto interpretando in maniera estensiva il regolamento: i passaggi fra calcianti dello stesso colore, anche se diventano palese melina, rientrano nella regola. Bene: allora ricambimo la regola. Nel basket una squadra non può tenere la palla più di alcuni minuti. Michele Pierguidi è un uomo di pallacanestro: inserisca quest’ulteriore modifica se serve a ridare dinamicità al gioco e a impedire che i calcianti si sacrifichino nei testa a testa pugilistici per 15-20 minuti o più. Secondo me sarebbe meglio impiegare le energie nei tentativi di far caccia invece che a picchiarsi per far passare il tempo in attesa di cominciare a giocare.

CORTEO – Durante la sfilata del corteo mi sono balzati agli occhi i cavalli: addobbati con coperte … da stalla. Io ricordo che il Calcio storico era dotato di splendide gualdrappe di velluto, del tipo di quelle autentiche, usate appunto dalla cavalleria pesante della Repubblica fiorentina nel 1530. Non mi è piaciuto nemmeno Duccio Baglioni, bravo come maestro di campo, ma non impeccabile come figurante. Motivo? Ha sfilato con il cappello piumato in mano… Migliora, va riconosciuto, il saluto alla voce di Filippo Giovannelli, capitano del distretto e del contado nel costume che è stato di Luciano Artusi. Più convinta, rispetto a ieri, anche la “grida” al magnifico messere, oggi il bomber Luca Toni, del marchesino Pietro Bartolini Salimbeni, che indossa il costume portato per decenni dal babbo Uberto.

CACCE – La partita si apre, come ieri, dopo le espulsioni. Fuori tre azzurri (Pietro Cappelli, Cosimo Guastalegname, Mirko Galli) e un bianco (Stefano Misiti). Dopo la lunga melina, gli Azzurri rovano ad attaccare: porò Marcelo Segundo tira sopra la rete. Mezza caccia per i Bianchi. Che al 31′ ottengono il punto pieno, la caccia, grazie a un’ottima intuizione di Valleri che sorprende la difesa azzurra con un’inarrestabile fuga completata con un assist (termine mutuato dal football moderno) per Cataldi. Una caccia e mezza a zero. Quindi due errori dei calcianti bianchi: una caccia e mezza a una. E’ il 36′. Agli Azzurri basterebbe una caccia per andare in vantaggio Serra e Piombino si dannano l’anima per riuscirci. I Bianchi, anche se con nuna formazione assai giovane dove debutta il diciannovenne Guglielmo Sguerzo, di difendono bene e bloccano ogni tentativo. A 7′ dalla fine nuova caccia bianca. Con Valleri sempre al centro dell’azione: 2 cacce e mezza a 1. A 4′ dalla fine gli Azzurri potrebbero segnare ma uno dei portieri bianchi, Giacomo Mattoni, devia limitando il danno: solo mezza caccia persa: 2 cacce e mezza a 1 e mezza. I Biancbhi sbagliano ancora il tiro: ora siamo 2 cacce e mezza a 2. Finale al cardiopalma. Ma Fabrizio Valleri, il magistrale “Vallero”, s’impossessa del pallone e va a segnare una caccia da favola. Diventando il protagonista della giornata. Bianchi contro i Verdi il 24 giugno. Finale storica in tutti i sensi. Ma onore agli Azzurri, che ci hanno messo tanto cuore.


Bennucci

Sandro Bennucci

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