Pensioni, ora è documentato: il governo restituisce solo il 12% di quanto dovuto. Fioccano ricorsi e class action
ROMA – Nell’applicare la sentenza delle Corte Costituzionale sulla perequazione delle pensioni il governo si è fatto un “supersconto”. Come ieri ha certificato in un’audizione il presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio Giuseppe Pisauro, il decreto del governo ha restituito solo il 12% di quanto effettivamente perso dai pensionati che avevano subito il blocco della perequazione con il «Salvaitalia» del governo Monti nel 2011.
RIDUZIONE – Tutti i pensionati sono stati dunque penalizzati, chi più chi meno. Oltre a chi non riceverà nulla, anche chi vanta (si fa per dire) redditi tra le tre e le quattro volte il minimo avrà comunque una restituzione limitata con circa il 40% di recupero per il periodo 2012-2013 e appena l’8% per il 2014-15.
UIL – Secondo il segretario generale della Uil Pensionati Romano Bellissima, i conti dell’Upb dimostrano che «il decreto è inadeguato e insufficiente. Se il decreto non sarà modificato dal Parlamento in sede di conversione, ai pensionati sarà restituita solo una piccola parte di quanto loro dovuto. Senza dimenticare che non si risolve il problema della riduzione del montante della pensione su cui si calcolerà l’importo della pensione negli anni futuri, che avrà effetti negativi permanenti».
RICORSI – Nel frattempo le pantere grigie stanno reagendo con ricorsi in massa per ottenere il rispetto della sentenza della Corte e aderendo alla class action già lanciata dalle Associazioni dei consumatori.