Fiorentina: pochi tifosi ad accogliere Paulo Sousa. Ma per lui solo applausi e incoraggiamenti
FIRENZE. La scritta a caratteri cubitali (“Paulo Sousa gobbo di m…”) sul muro del Bar Marisa, a due passi dal luogo in cui è stato presentato il nuovo tecnico portoghese della Fiorentina, non c’è più. E’ stata cancellata. Nel vero senso della parola.
ACCOGLIENZA. Ma è stata un po’ cancellata anche nell’immaginario collettivo della gente. Facendo un giro di parere, si raccoglie ancora un po’ di scetticismo, ma non tanto per il passato bianconero di Sousa. Quanto per il suo effettivo valore. Chi ha deciso di spendere la fine di un pomeriggio di giugno per accoglierlo, comunque ha trasmesso solo entusiasmo.
APPLAUSI. Fuori dalle inferriate del Franchi (la presentazione era riservata solo alla stampa, non ai tifosi) si erano dati appuntamento una cinquantina di tifosi. Poca gente, ma tutta per Sousa. Quando è uscito, il nuovo allenatore della Fiorentina ha sentito gli applausi della gente che lo chiamava e si è diretto verso il manipolo di sostenitori.
SCIARPA. La gente lo ha acclamato: qualcuno gli ha passato una sciarpa che Sousa si è prontamente avvolto al collo. Poi i rituali autografi e la mano di qualche sostenitore che si è infilata dentro la cancellata dello stadio per avere un primo contatto fisico con il portoghese. Pochi minuti e il siparietto è terminato.
SALAH. Ma mentre Paulo Sousa stava guadagnando nuovamente la pancia del Franchi per le ultime formalità burocratiche – il contratto lo aveva firmato comunque in mattinata a Milano, sotto gli occhi del presidente Andrea Della Valle -, un tifoso lo ha chiamato rivolgendogli poche ma significative parole: «Mister, mi raccomando, tienici Salah».
RICHIESTA. Già, ora la gente spera soprattutto di non perdere l’egiziano. In sala stampa il ds Pradè aveva assicurato che lo stesso Sousa ci avrebbe parlato al più presto. Vedremo l’esito del colloquio: per ora il nuovo tecnico viola si è limitato ad alzare il pollice verso il sostenitore che gli aveva fatto la richiesta sicuramente più difficile del suo approdo a Firenze.