Grecia, referendum sull’euro: popolo spaccato in due. Esito incerto. Duello Tsipras – Juncker
ATENE – A quarantott’ore dal referendum di domenica prossima gli ultimi sondaggi confermano che l’elettorato greco diviso a metà tra il sì e il no. Secondo il rilevamento della società Alco per il quotidiano “Ethnos”, i favorevoli all’accordo con l’Europa sarebbero al 44,8% mentre i contrari si attestano al 43,4%. Gli indecisi sono l’11,8%.
UE – Intanto continua il duello a suon di dichiarazioni fra il Presidente della Commissione Ue, Claude Juncker, che spinge per il si, e il Governo greco, che sollecita un no che rinforzerebbe la sua posizione. Juncker è convinto del fatto che con la vittoria dei “no” al referendum, «la posizione della Grecia sarà drammaticamente indebolita». Mentre il vulcanico ministro delle finanze ellenico Varoufakis ha sottolineato che non è «troppo tardi» per un accordo tra la Grecia e i suoi creditori, anzi, un’intesa è «imminente» a prescindere dai risultati del referendum. Tsipras sostiene che «la vittoria del no significherà più forza al tavolo dei negoziati» e ribadisce che «il voto il referendum di domenica non decide la permanenza o meno della Grecia nell’euro». Sia come sia, la Grecia è in seria difficoltà: alle banche elleniche è rimasta liquidità per 1 miliardo fino a lunedì.
ITALIA – Anche la politica italiana guarda ad Atene. È già noto il giudizio negativo del premier Matteo renzi sul referendum, mentre alla sinistra del Pc renziano torna a farsi sentire la “Brigata Kalimera”: domenica Fassina, Vendola e Beppe Grillo saranno ad Atene per portare la loro solidarietà alla sinistra di governo. Per l’ex premier Silvio Berlusconi è «assurdo» pensare di rinunciare alla Grecia, un Paese «alla radice della nostra civiltà».