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Truffe e furti agli anziani: anche la collana d’oro al collo fa l’uomo ladro

Le truffe agli anziani non si fermano
Le truffe agli anziani non si fermano

Il proverbio dice che «l’occasione fa l’uomo ladro». Con i ladri veri che puntano sistematicamente alle persone più deboli e indifese il discorso è più difficile. Anche se in certi casi il celebre proverbio si potrebbe modificare in «la collana d’oro al collo fa l’uomo ladro».

I casi non si contano più, specie nelle deserte giornate estive, quando – sia pure nelle ore meno torride – in giro si vedono solo persone anziane. Metodiche, puntualissime, escono di casa per quella che è anche una rivalsa verso la solitudine. Le mète sono quasi sempre le stesse: supermercato, farmacia, ambulatorio medico, la chiesa del quartiere.

Se la malavita è appostata e conosce bene dove e chi puntare, è altrettanto vero che non di rado si vedono persone che escono di casa con collane d’oro al collo, anelli o braccialetti. Sono abituati da sempre a farlo, magari sono ricordi di famiglia da cui non sanno staccarsi. Ma è come offrire un piatto prelibato al ladro/rapinatore di turno, appostato in strada.

Come nel caso di un signore di oltre 80 anni a cui hanno strappato la collana al collo nella zona dell’Isolotto a Firenze. Non era meglio se la lasciava a casa? Appena ieri 7 luglio a Tavarnelle Val di Pesa, in provincia di Firenze, un’anziana è stata avvicinata in strada da due donne, che hanno finto di conoscerla e l’hanno abbracciata riuscendo a sfilarle due collane d’oro dal collo.

Per non parlare di truffe e raggiri. A Firenze una donna di 74 anni è stata raggirata sempre ieri mattina da un falso avvocato, che dopo averla contattata al telefono si è presentato a casa sua facendosi consegnare 2.300 euro in contanti, con la scusa di pagare la cauzione per il nipote, a suo dire in stato di fermo per aver causato un incidente stradale. Quando la donna si è resa conto del raggiro, l’«avvocato» era già lontano.

I consigli per gli anziani si rinnovano sempre, ma di rado sono ascoltati. Prima di tutto perché nessuno accetta di considerarsi «anziano» e quindi ritiene che decaloghi o consigli non lo riguardino. «Tanto a me non succederà mai, figurarsi» è il pensiero ricorrente di tante persone. Da non aprire la porta a sconosciuti, anche se distinti e gentili e, molto spesso, con una finta divisa addosso. A quello di non farsi avvicinare per strada da persone che offrono un aiuto, magari per portare la spesa. A quello di telefonare al 112 dei Carabinieri o al 113 della Polizia quando c’è qualcuno sospetto vicino casa o magari al campanello del proprio appartamento.

Il problema però non riguarda tanto l’età della persona indifesa, che può essere anche non «anziana». Il problema è la solitudine e il bisogno naturale di parlare con qualcuno, di rispondere a qualcuno che «finalmente» ti rivolge la parola. Ma ormai è tardi – ripeteva poco tempo fa lo stesso questore di Firenze Micillo alla festa della Polizia – la preda è agganciata, il peggio è fatto e non resta che l’amarezza di essere stati raggirati. Come pure prendono il sopravvento la vergogna e la mancanza di forza di denunciare quanto è appena successo, per non fare la figura della persona sbadata.

Azzerare la «microcriminalità» verso anziani e soggetti deboli. Al di là dei buoni propositi e dell’impegno delle forze dell’ordine, resta difficile se non impossibile. Soprattutto se si lasciano le persone sole a guardare le pareti della propria casa durante il giorno, senza uno scambio di parole con un familiare o un vicino di casa. Figura, quest’ultima, sempre più rara specie negli anonimi condomìni cittadini, dove si fa fatica appena a sapere chi abita nello stesso pianerottolo. Qualche volta però basterebbe almeno raccomandarsi di non uscire di casa con gioielli addosso.


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Sandro Addario

Giornalista

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