Fiorentina: Gonzalo scarica Salah e sollecita i Della Valle: «Sousa? Ha grinta ma aspettiamo rinforzi»
FIRENZE. Cartoline da Moena. Da Pepito Rossi che continua ad avvicinarsi al lavoro in gruppo e si confessa ai media statunitensi ribadendo di non vedere l’ora di partecipare alla tournée della Fiorentina in America, ma anche da Gonzalo Rodriguez.
MESSAGGI. Saluti dal Trentino in questo caso un po’ meno sorridenti. Nel senso che nella conferenza stampa di metà giornata, tra un allenamento e l’altro, il difensore argentino ha parlato da vero leader. Mandando messaggi a Salah, ma anche alla società, tutt’altro che in codice.
SALAH. Prima le stilettate all’egiziano. «Non ci ho parlato ultimamente perché lui parla inglese e io no (ride, ndr). Il calcio è così, io penso solo ai giocatori che sono qui e si concentrano esclusivamente sulla Fiorentina. Se uno vuole andare via è bene che vada». Una sorta di arrivederci e grazie (ma fino a un certo punto).
RINFORZI. Poi Gonzalo ha cambiato obiettivo per i suoi strali. «Aspettiamo giocatori importanti per continuare a portare avanti il nostro calcio, un calcio spumeggiante. Servono rinforzi per puntare alle Coppe e crescere ancora dopo gli ottimi risultati di quest’anno».
MONTELLA. Il difensore argentino probabilmente non si aspettava l’accantonamento di Montella («sono grato a lui e allo staff perché mi hanno fatto tornare ai miei livelli») ma pare favorevolmente impressionato anche dal successore dell’Aeroplanino.
SOUSA. Ecco le sue prime impressioni: «L’ho trovato molto bene in allenamento. Mi ha colpito la sua cattiveria. E’ simile a Montela perché gli piace lavorare col pallone e per noi giocatori questa è la cosa migliore. Sa bene che in rosa abbiamo calciatori di qualità e non di marca».
PIZARRO. Sebbene se ne sia andata gente importante, su tutti Pizarro. «Sarà difficile colmare il vuoto che ha lasciato perché era il leader, il cervello della nostra squadra. Mi piace pensare solamente ai calciatori che fanno parte della Fiorentina. E’ da loro che dobbiamo ripartire per fare bene, anche perché ce ne sono tanti che pur di restare qua hanno rifiutato offerte da mezza Europa».
BABACAR. Il simbolo di questo gruppo è sicuramente Babacar. A proposito, così come Pepito Rossi, il senegalese migliora a vista d’occhio: il motivo per cui nei primi giorni di ritiro a Moena ha quasi sempre lavorato a parte, lo ha spiegato il medico sociale Manetti: «Dopo l’infortunio sta iniziando il progressivo aumento dei carichi, ancora non può essere inserito in gruppo pienamente per non rischiare ricadute». La colpa, insomma, è del ginocchio che si era lesionato dopo il gran gol a Kiev nella scorsa primavera.