Microcriminalità, il governo cambia verso: ora vuol raddoppiare le pene per scippi, furti e rapine
La sinistra mantiene sempre una posizione altalenante in tema di sicurezza. Seguendo le statistiche e i sondaggi (soprattutto da quando Renzi è segretario del pd) oscilla fra posizioni di debolezza verso chi delinque e picchi di severità. Ogni decisione è spesso influenzata dal malcontento e dall’indignazione popolare. La preannunciata stretta su scippi, furti e rapine diventa un risposta alle polemiche di Lega e M5S dopo l’approvazione della legge sulla tenuità del fatto (niente carcere per reati bagatellari, quando ci sono le scuse del colpevole e il via libera della vittima e le pene sono fino a 5 anni). Adesso si scopre che questi reati sono nel frattempo esplosi e quindi si cerca di correre ai ripari.
GOVERNO – Il Governo vuole usare il pugno duro contro chi pone in atto i comportamenti delinquenziali più avvertiti dagli italiani, che minano la sicurezza delle abitazioni e la possibilità di muoversi liberi in strada. Per questo il ministro della giustizia Orlando ha predisposto norme che prevedono aumenti di pena, mirati soprattutto a evitare che scippatori, ladri e rapinatori, una volta arrestati dalle polizie magari dopo faticose investigazioni, vengano rimessi in libertà. Si tratta di alcuni emendamenti al disegno di legge sulla riforma del processo penale che, a causa di altre priorità, giace in Commissione Giustizia alla Camera.
FURTI – Gli ultimi, anche se non recentissimi, dati del Censis infatti pare abbiano particolarmente colpito il Guardasigilli: i furti in abitazione sono aumentati del 126% negli ultimi dieci anni. Quindi il primo emendamento riguarda proprio i furti nelle abitazioni e gli scippi, per i quali il massimo della pena resta immutato a sei anni di carcere mentre il minimo sale da uno a tre anni di detenzione. Se scippo e furto in abitazione sono commessi in forma aggravata, il minimo della pena passa da tre a quattro anni.
AGGRAVATO – Il secondo emendamento riguarda il furto aggravato (art.625 c.p.), la cui pena minima si innalza da uno a due anni, mentre resta immutato il massimo.
RAPINE – I dati del Censis sono allarmanti anche per quanto riguarda l’incremento delle rapine: +195,4% in dieci anni Perciò un terzo emendamento prevede l’aumento da tre a quattro anni del minimo della pena, mentre il massimo resta fisso a 10.
COSTA – Il vice ministro della Giustizia Enrico Costa, esponente di Ncd, sostiene che «questo intervento mira a garantire la certezza della pena. Non è un mero inasprimento della sanzione penale, ma vuole evitare definitivamente che il lavoro delle forze dell’ordine venga frustrato da agevolazioni di pena e scarcerazioni». Per questo, nelle motivazioni del governo che accompagnano l’emendamento, si parla di «sistema di sanzioni adeguato all’effettiva gravita dei reati». E ancora di «specifica disciplina del bilanciamento delle aggravanti con le eventuali attenuanti» per evitare «abbassamenti di pena non adeguati alla gravità dei fatti».
DIFESA – Vedremo se queste misure avranno l’effetto di far diminuire i reati cosiddetti da strada. Gli italiani non si fidano del legislatore e della magistratura e provvedono nel frattempo, come opportunamente suggerito dalla Forze dell’ordine, a difendersi conmezzi di difesa passiva, come porte blindate, inferriate, sistemi d’allarme e telecamere.
FIRENZE – Recentemente alcuni fatti (furti in serie) e preoccupanti presenze nella zona Piazza Libertà – Piazza delle Cure, a Firenze, hanno allarmato gli abitanti e i negozianti. Dopo un furto notturno in un negozio d’abbigliamento alcuni esercenti hanno manifestato l’intenzione di autotassarsi per garantire un servizio di vigilanza privata nella zona, che copra negozi e abitazioni.
Non per sfiducia nell’operato delle Forze dell’ordine, ma per l’amara constatazione che gli interventi di polizia, carabinieri ecc. sono spesso vanificati da una legislazione permissiva che consente a chi delinque di non sopportare quasi nessuna conseguenza per la commissione di alcuni reati. Del resto molti cittadini stranieri che vengono sorpresi in flagrante hanno spesso dichiarato alle Forze dell’ordine: veniamo in Italia perché è più facile farla franca, da noi sono molto più severi. E la fiducia dei cittadini nelle istituzioni scende sotto i tacchi.