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Lavoro e industria, i dati di maggio sono positivi. Più 185.000 contratti e + 3% la produzione industriale

lavoro

ROMA- Notizie positive per l’economia vengono dall’Istat e dal Ministero del welfare. L’Istituto di statistica certifica nel mese di maggio un balzo della produzione industriale. L’indice relativo ha segnato un aumento dello 0,9% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio 2015 la produzione è aumentata dell’1,0% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice è salito in termini tendenziali del 3,0% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di maggio 2014). Nella media dei primi cinque mesi dell’anno la produzione è aumentata dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

LAVORO – Sempre nel mese di maggio il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro in tutti i settori di attività economica è stato pari a 934.258 a fronte di 749.551 cessazioni, per un saldo positivo di 185.007 contratti in più. I nuovi contratti a tempo indeterminato sono stati 179.643 (circa il 19%) , a fronte di 179.372 cessazioni (il 24% del totale), con un saldo positivo di appena 271 contratti. Dei nuovi 643.032 contratti a tempo determinato, 19.728 sono contratti di apprendistato, 36.376 sono collaborazioni. Lo rende noto il ministero del Lavoro, secondo cui ci sono state 458.220 cessazioni di contratti a tempo determinato (saldo +184.812), 13.230 sono contratti di apprendistato, 46.570 sono collaborazioni.

RENZI – Positivi ovviamente i commenti del premier: “Oggi abbiamo ricevuto il dato Istat sulla produzione industriale del paese che in un anno è cresciuta del 3%. Possiamo e dobbiamo fare di più, certo. Ma è il segno che grazie agli incentivi, dalla Sabatini al taglio dell’Irap, e grazie alle riforme finalmente qualcosa si muove”.”Sono molto incoraggianti – sottolinea – anche gli ulteriori progressi sul mondo del lavoro, sia i dati Inps che quelli del ministero. La crescita degli occupati continua anche se non con lo stesso livello del primo mese post jobs act. C’è ancora moltissimo da fare, soprattutto su immobili e costruzioni. Ma la strada è giusta, tracciata da un pacchetto di riforme così significativo da non avere precedenti”.

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