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Matteo Renzi e Matteo Salvini: lingua e (basso) stile dei politici del nostro tempo

Renzi in visita ufficiale nel Kenia
Renzi in visita ufficiale nel Kenia

La calura che imperversa sconsiglia lunghe disquisizioni. Mi limiterò quindi a qualche nota su “lingua e stile” dei politici in questi ultimi giorni. Che finezza, che signorilità! Il Gano di Rignano (i più anziani ricorderanno il celebre personaggio del “Grillo canterino” radiofonico, che però era un sanfredianino doc, non un inurbato dal contado fiorentino) perde tempo prezioso a sfottere, con penose spiritosaggini, il leader della Lega Salvini, e questi risponde da par suo: “Fesso, hai dei problemi”.

LIVELLO – Raramente si era scesi tanto in basso, neppure ai tempi dei più feroci scontri dell’era berlusconiana: allora la sinistra schizzinosa dei salotti snob non perdeva occasione per rimarcare (anche con buone ragioni, intendiamoci) alcune insopportabili volgarità dell’ex premier.

RUOLO – C’è soprattutto un’anomalia che appare incresciosa, ossia il cumulo di cariche del presidente del consiglio, che è anche segretario del PD. A un segretario di partito è consentito un linguaggio duro e colorito nei confronti degli avversari politici, ma un premier non dovrebbe mai perdere di vista il suo ruolo istituzionale. Farsi riprendere in TV, con ostentato compiacimento per il proprio brillante eloquio, mentre si sbeffeggia un esponente dell’opposizione non è il massimo del “bon ton”. Ve l’immaginate un Andreotti o un Moro che si mettono a dileggiare Pannella per i suoi maglioni neri a collo alto?

ABBIGLIAMENTO – Del resto, saranno anche cafone le magliette e le felpe esibite dal Matteo padano, ma non credo che il celebre ‘chiodo’ stile Fonzie (“Son giovane, ciò il fisico, son proprio ganzo”) avrebbe incantato lord Brummel. Per tacere dell’elegante giacca copri-giubbetto-antiproiettile indossata da Renzi nel corso della visita ufficiale in Kenya, che però rivelava, ahimè, il suo sconcertante ripieno nel mastodontico bitorzolo ben visibile sul dorso rigolettiano del premier; donde la comprensibile indignazione delle autorità locali, cui il nostro ha di fatto affibbiato la patente d’incapaci a gestire la sicurezza persino all’interno dei palazzi istituzionali. Si attende, di fronte a gaffes tanto clamorose e imbarazzanti, la reazione di qualche “arbiter elegantiarum” della rive gauche. Ma per ora son tutti lì a magnificare l’età dell’oro prossima ventura, nel bengodi renziano tutto slow-food e niente tasse.



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