Scioperi: in arrivo regole per evitare i casi Pompei e Alitalia. Sarà necessario un referendum
ROMA – Dopo le esternazioni (giuste) del premier che ha condannato le modalità degli scioperi attuati dai custodi degli scavi di Pompei e da una parte del personale Alitalia – che hanno causato enormi disagi ai cittadini e un grave danno d’immagine all’Italia – anche i sindacati e la politica hanno cominciato a riflettere sul tema. Superata la pausa estiva la Commissione affari costituzionali del Senato dovrebbe esaminare il disegno di legge presentato nel febbraio del 2014 dall’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e quello più recente a firma del senatore Pd Pietro Ichino. Entrambe le proposte mirano a introdurre una soglia di consenso per rendere valida l’azione di protesta.
PROPOSTE – Sacconi ipotizza che nel settore dei trasporti possano proclamare un’agitazione solamente i sindacati che hanno complessivamente almeno il 50% della rappresentanza. In alternativa le organizzazioni che anche in associazione tra loro hanno almeno il 20% possono ricorrere al referendum preventivo, che però deve registrare almeno il 30% di lavoratori favorevoli. Questa proposta prevede anche l’introduzione di sanzioni amministrative a carico di quanti bloccano per protesta stazioni ferroviarie, strade, autostrade ed aeroporti. Ichino prevede invece una soglia del 50% sia per i sindacati proponenti sia per l’approvazione con il referendum. Per l’Italia sarebbe una grande novità, ma all’estero (in Germania, Regno Unito, Spagna e Grecia) questa è una prassi ormai consolidata da anni.
ALESSE – Roberto Alesse, presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici, concorda sulla necessità dell’introduzione di regole nei servizi pubblici essenziali: “Non si può più andare avanti con sindacati con pochi iscritti che proclamano scioperi in grado dimettere a ferro e fuoco i servizi pubblici essenziali. Occorre introdurre al più presto un criterio per la verifica della rappresentatività sindacale ed è una ipotesi ragionevole quella di prevedere un referendum consultivo tra tutti i lavoratori iscritti ai sindacati prima di procedere alla proclamazione dello sciopero”. Così